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Superbonus, Confprofessioni: Stabilizzare le agevolazioni fiscali

La vicepresidente Alessandrelli in audizione al Senato sul decreto “Agevolazioni fiscali edilizie” (39/2024): “la ricetta” delle tre “S” per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea con la Direttiva “case green”: semplificazione, sistematicità e stabilizzazione delle misure agevolative

Il contratto? Un cantiere aperto all’innovazione

Con il via libera del Consiglio generale di Confprofessioni entra in vigore il nuovo Ccnl degli studi professionali. L’accesso dei giovani nel mondo professionale, il potenziamento del welfare e la flessibilità del lavoro sono i punti forti per rendere più competitivo il settore professionale e stimolare l’occupazione. Parla il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella

Una visione per il lavoro che cambia

Le incerte trasformazioni del lavoro e la crisi della rappresentanza sono due facce della stessa medaglia. In un Paese dove oltre 7 milioni di lavoratori attendono il rinnovo del contratto, la contrattazione collettiva non può abdicare alla sua funzione storica di strumento privilegiato e dinamico per conciliare salari, produttività e innovazione. Il Ccnl degli studi professionali assume, in questa prospettiva, un ruolo di primo piano rispetto alla responsabilità delle parti sociali di governare il cambiamento e aprire una nuova stagione per i sistemi di relazioni industriali.

Sotto il soffitto di cristallo

Sul fronte delle pari opportunità nel mondo del lavoro sono stati fatti timidi passi in avanti nel corso degli ultimi anni, ma la strada da fare è ancora lunga. Soprattutto nel settore della libera professione, dove i gap culturale, di carriera e salariale tra uomini e donne sono ancora troppo elevati e penalizzano pesantemente il lavoro femminile

Studi professionali, firmato il nuovo contratto

Raggiunta l’intesa sull’ipotesi di rinnovo del Ccnl studi professionali tra Confprofessioni e le organizzazioni sindacali del settore. Welfare, formazione e una disciplina aggiornata del mercato del lavoro del settore i punti di forza del rinnovo. Stella: «Trattativa lunga e complessa, ma il risultato è soddisfacente»

Eppur si muove

La formazione continua in Italia sconta gravi ritardi rispetto ai principali Paesi europei. Solo il 37% dei lavoratori ha partecipato ad attività formative nel 2022 rispetto a una media Ue che supera il 50%. Una forza lavoro più anziana e meno qualificata insieme con una quota di investimenti più ridotta rispetto agli standard europei rallentano la corsa di un settore che, comunque, negli ultimi 15 anni è cresciuto a vista d’occhio. Grazie all’azione dei fondi interprofessionali. Dove però la competizione si gioca solo sui grandi numeri

Presentato il 1° Rapporto sulla formazione di Fondoprofessioni

La platea di iscritti al Fondo è composta per oltre il 65% da studi/aziende con massimo tre dipendenti, con una maggioranza delle adesioni proveniente dal comparto professionale (circa il 70%).
Il presidente Marco Natali: «Con i suoi 36 mila studi/aziende aderenti, Fondoprofessioni rappresenta un unicum nel panorama europeo della formazione continua»

Europa, si aprono le danze

Tra circa sette mesi, i cittadini europei saranno chiamati alle urne per eleggere i membri del Parlamento. Che, a propria volta, nominerà la presidenza della Commissione, i vari commissari e altre istituzioni, politiche ed economiche cruciali per il vecchio continente. I primi sondaggi vedono favorita Ursula von der Leyen, che potrebbe essere insidiata dal francese Breton e l’olandese Rutte. Il posizionamento dell’Italia e l’incognita della politica industriale Ue

Professioni, il bicchiere è mezzo vuoto

Presentato oggi a Roma l’VIII Rapporto sulle libere professioni in Italia di Confprofessioni, alla presenza del ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone. Congiuntura negativa e declino demografico pesano sulla professione: cala il numero dei laureati che intraprendono la libera professione, si riduce il numero degli iscritti a un ordine professionale – nonostante l’aumento della componente femminile e dei datori di lavoro – e l’Italia perde il suo primato europeo. Intanto crescono i redditi, ma permane un forte squilibrio tra Nord e Sud e tra uomini e donne. Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella: «digitalizzazione e sostenibilità sono le chiavi per il rilancio delle professioni e del Paese»