Sostegni bis, Confprofessioni: Avanti con gli aiuti

In audizione in Commissione Bilancio della Camera il presidente Stella promuove il decreto, ma invita il Parlamento a non abbassare la guardia sulla crisi post-pandemica

«Bisogna cominciare a guardare oltre l’emergenza, ma la stagione degli interventi a sostegno dell’economia non è finita: molte imprese hanno contratto debiti significativi per resistere alla crisi ed impiegheranno anni per recuperare i livelli d’affari pre-crisi pandemica. Ancora più preoccupanti sono i segnali che provengono dalle libere professioni, dove la contrazione degli incarichi rischia di ripercuotersi sui redditi professionali ancora per diversi anni». Intervenuto il 3 giugno in Commissione Bilancio della Camera sul decreto Sostegni bis, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha esortato Governo e Parlamento a continuare gli sforzi per aiutare il sistema produttivo e professionale «proprio adesso che arrivano i primi spiragli di ripresa».

«Il decreto Sostegni bis va in questa direzione: sono state eliminate alcune distorsioni che avevano penalizzato soprattutto professionisti e lavoratori autonomi, come l’esclusione dai contributi a fondo perduto e i criteri selettivi dei codici Ateco», aggiunge Stella. «E adesso la scelta di un doppio indennizzo calcolato sulle perdite di fatturato e sul risultato economico annuo risponde esattamente alle nostre istanze e riscuote il consenso dei liberi professionisti». Confprofessioni conferma dunque un giudizio positivo sul decreto Sostegni bis, anche se alcune misure potrebbero essere migliorate.

«Per esempio, serve una sospensione più lunga per la riscossione delle cartelle e degli avvisi esecutivi di natura fiscale e contributiva, che scadono il 30 giugno 2021; inoltre, si potrebbe aumentare il valore delle cartelle esattoriali oltre i 5 mila euro e allargare la platea di beneficiari agli operatori economici che hanno redditi superiori a 30 mila euro», afferma Stella. «Anche in materia di lavoro, i contratti di solidarietà e di espansione sono tarati prevalentemente per imprese di grandi dimensioni, ma coinvolgono anche le Pmi e sarebbe opportuno valutare un percorso che riguardi anche queste ultime realtà, valorizzando il ruolo dei fondi di solidarietà».

«Sul lavoro libero-professionale» conclude Stella «restano urgenti interventi di rafforzamento dell’equo compenso e l’estensione della disciplina sulla malattia del professionista, a oggi limitata alla sola malattia da Covid-19. Sono progetti di legge già all’esame delle Camere, su cui le forze politiche possono raggiungere accordi condivisi per consentirne l’approvazione in tempi rapidi».

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