Effetto lockdown sulle partite iva, crescono del 10,2%

I dati dell’Osservatorio delle Partite Iva del Dipartimento Finanze del MEF sottolineano l’aumento delle aperture nel settore sanitario, per via della crisi covid, e da parte di stranieri Nel terzo trimestre del 2020 sono state aperte 104.904 nuove partite Iva, con un incremento di circa il 3% rispetto allo scorso anno. Questo quanto emerge dall’Osservatorio sulle
I dati dell’Osservatorio delle Partite Iva del Dipartimento Finanze del MEF sottolineano l’aumento delle aperture nel settore sanitario, per via della crisi covid, e da parte di stranieri
Nel terzo trimestre del 2020 sono state aperte 104.904 nuove partite Iva, con un incremento di circa il 3% rispetto allo scorso anno. Questo quanto emerge dall’Osservatorio sulle Partite Iva sul terzo trimestre del 2020, pubblicato dal Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia. Importante l’aumento rispetto al trimestre precedente (+10,2%), una reazione di ‘rimbalzo’ dopo il periodo di lockdown della scorsa primavera.
 
 
“La distribuzione per natura giuridica mostra che il 71,1% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 21,9% da società di capitali, il 3% da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente il 4% del totale delle nuove aperture” – si legge nella sintesi dell’Osservatorio.  Riguardo alla ripartizione territoriale, il 43,8% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,7% al Centro e il 33,9% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia che i principali incrementi di avviamenti sono avvenuti in Valle d’Aosta (+16,8%), in Calabria (+11,9%) e in Basilicata (+11,8%). Le diminuzioni più consistenti nelle Marche (-5,8%), in Piemonte (-4,4%) e Liguria (-3,1%).
 
 
Per quanto riguarda i settori produttivi, si segnala in particolare, rispetto al terzo trimestre del 2019, una crescita del numero di partite iva nella sanità (+23,6%), comprensibilmente legata alla crisi pandemica. Mentre “i cali di aperture più rilevanti si registrano nei settori che più hanno risentito della crisi Covid: attività artistiche e sportive (-19,4%), alloggio e ristorazione (-13,1%), e istruzione (-12,3%)” – riporta l’Osservatorio.
 
 
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità, con i maschi al 63,1%. Il 49,2% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30,8% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Significativo anche l’aumento delle aperture operate da un soggetto nato all’estero, il 21,8%, percentuale in aumento rispetto al passato. 
 
 
 
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