Commissione: No all’IVA su prodotti essenziali per emergenze

La proposta legislativa modificherà la direttiva 2006/112/CE sull’imposta di valore aggiunto per includere nuovi beni, tra cui, materiali diagnostici, attrezzature mediche e dispositivi di protezione

La Commissione Europea è impegnata su più fronti per garantire una risposta efficacie e coesa alla crisi pandemica. Fin dall’inizio uno degli obiettivi principali è stato quello di garantire l’approvvigionamento di beni essenziali per contrastare la diffusione del Coronavirus. Nell’aprile 2020, l’Unione ha deciso di sospendere i dazi doganali e l’IVA per le importazioni di mascherine e altri prodotti necessari a contrastare la pandemia. A dicembre, in effetti, gli Stati Membri si sono accordati per esentare dall’IVA i vaccini e i kit di analisi.  Questi interventi di natura fiscale evitano che l’IVA applicata su alcune transazioni finisca per costituire un fattore di costo negli appalti, aumentando le spese per gli stati.

La nuova proposta della Commissione Europea andrebbe ad esentare dall’imposta sul valore aggiunto tutti quei beni e servizi che sono essenziali per rispondere ad un’emergenza all’interno dell’Unione, che sia di natura sanitaria o meno. Infatti, sarebbero esclusi dalla tassa materiali diagnostici, attrezzature mediche e di laboratorio, dispositivi di protezione individuale, ma anche attrezzature di ricerca e salvataggio, abbigliamento, alimenti ed altri prodotti necessari per affrontare una crisi. Il Commissario Gentiloni ha sottolineato che l’obbiettivo della riforma è l’ottimizzazione dell’impatto finanziario degli sforzi di soccorso a livello UE per permettere di reagire alle crisi in maniera rapida ed efficace.

La proposta legislativa ora attende il parere del Parlamento Europeo per poi essere adottata dal Consiglio Europeo.

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