Ddl Semplificazione lavoro, Confprofessioni: Bene il provvedimento, ma serve armonizzazione con le norme già emanate

La Confederazione è intervenuta oggi in audizione presso la Commissione Lavoro del Senato. Tra i temi presentati, le causali per i contratti a termine oltre i 12 mesi, le norme in materia di informazione, i fringe benefit e le misure di welfare per i professionisti

«Apprezziamo la ratio del provvedimento che vuole semplificare le normative giuslavoristiche del nostro ordinamento e facilitare l’accesso al mondo del lavoro. Tuttavia riteniamo necessario coordinare tale provvedimento con le norme emanate dal Governo nell’ultimo anno tramite il Ddl Lavoro e ll Decreto Lavoro, che hanno già regolato molti degli istituti presi in esame da questo disegno di legge». È quanto ha dichiarato Confprofessioni, oggi, nel corso dell’audizione presso la Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato sul progetto di legge recante “Semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale”.

A cominciare dai contratti di lavoro a tempo determinato, la Confederazione valuta positivamente il compromesso raggiunto con il Decreto Lavoro, che attribuisce alle parti sociali la possibilità di definire le casuali che consentono il ricorso al lavoro a termine oltre i 12 mesi.  «Nel rinnovo del CCNL per i dipendenti degli studi professionali del 16 febbraio scorso, Confprofessioni, insieme alle controparti sindacali, ha infatti delineato le causali conformandole alle caratteristiche del settore. Pertanto, un ulteriore intervento su questa materia – ha spiegato – rischia di appesantire il quadro regolativo».

Per quanto riguarda le norme in materia di informazione dei lavoratori, la Confederazione ritiene che la possibilità, introdotta dal Decreto Lavoro, di rinviare alla legge o alla contrattazione collettiva, senza la trascrizione di testi o informazioni, rappresenti una buona soluzione e invita ad una valorizzazione dell’Archivio dei contratti collettivi realizzato dal Cnel, in quanto «patrimonio di informazioni a disposizione dei cittadini e dei lavoratori».

Confprofessioni ritiene inoltre importanti gli interventi volti a sostenere la diffusione di misure di welfare, in particolare, l’innalzamento a 750 euro della soglia per i fringe benefit, ancora fermi alle vecchie 500.000 lire (258,23 euro). Una misura che, secondo la Confederazione, «dovrebbe divenire strutturale, per permettere ai datori di lavoro un’adeguata pianificazione dei budget da destinare alle finalità del welfare aziendale, dando così un effettivo sostegno ai lavoratori dipendenti e alle loro famiglie». Confprofessioni ha infine ribadito la necessità di prevedere interventi di welfare anche a favore di professionisti e lavoratori autonomi, in un’ottica di equità tra le diverse categorie.

TESTO AUDIZIONE