La DAD, il contatto e la possibilità di crescere

La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP

di Cristina Marinelli
Psicologa e psicoterapeuta
Segretaria PLP Marche

Diritto allo studio e diritto alla salute

È il Presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio che in un’intervista rilasciata alla rete La7 nella trasmissione “Dimartedì” del 12 gennaio 2021 sostiene che “non sempre la chiusura delle scuole per alcuni giorni o alcune settimane di per sé comporta una lesione allo studio. Ben diverso sarebbe se, invece, questa chiusura dovesse prolungarsi fino al punto da causare una perdita di un intero anno scolastico […] Bisogna fare di tutto per garantire il diritto allo studio (art. 34 della Costituzione)”.

In merito all’emergenza sorta a causa della pandemia, il diritto allo studio è stato compresso dal diritto alla salute per un periodo determinato di tempo necessario a rispondere ai bisogni sorti da marzo a dicembre. Ma fatta fronte all’emergenza, protrarre la compressione del diritto allo studio diventa rischioso sul piano sia giuridico che psicologico per i ragazzi a scuola.

La giurisprudenza e la psicologia a riguardo si trovano allineate sul fatto che questa condizione prolungata di chiusura delle scuole rischia di compromettere il diritto di espressione dell’individuo sancito dall’art. 2 della Costituzione; la stessa dice che “per i ragazzi è importante la socialità, diritto a cui la Costituzione ha pensato attraverso la scuola dove avviene la formazione sociale per eccellenza, per cui si può ridurre per un periodo un diritto quale quello all’istruzione vista l’emergenza a cui siamo andati incontro, ma non lo si può scordare”.

DAD e dispersione scolastica

Oltretutto, il ricorso totale e indiscriminato al metodo della “istruzione da remoto” o didattica a distanza, insieme alla chiusura della scuola, ha purtroppo consolidato ed aumentato i dati della dispersione scolastica online, che in Piemonte, per esempio, si è attestata intorno alla percentuale media del 20%, così come denunciato dal Direttore dell’Ufficio scolastico Regionale piemontese; nella periferia torinese uno studente su due non ha seguito le lezioni da casa.

Nelle Marche “l’8.7% di giovani tra i 18 e i 24 anni abbandona precocemente gli studi”, lo rivela il segretario generale della Uil Scuola Marche, Antonio Spaziano: “I rischi di una DAD prolungata sono anche legati al fenomeno della dispersione scolastica”.

Emozioni e ricadute psicologiche in tempo di pandemia

A ciò si aggiungono quegli aspetti psicologici che purtroppo più frequentemente hanno caratterizzato i bambini ed i ragazzi durante la pandemia: emozioni quali angoscia, irritabilità ed ansia da separazione hanno caratterizzato ciò che stiamo vivendo. Oltre ad emozioni spiacevoli che comunque minano, se non affrontate in maniera adeguata, la crescita psico-fisica del bambino/a-ragazzo/a, le indagini hanno riportato, tra l’altro, la presenza di altre manifestazioni di disagio quali la difficoltà di concentrazione o di attenzione, problemi legati al sonno e all’alimentazione. Purtroppo la chiusura della scuola, in particolare ad oggi per i ragazzi delle scuole superiori, ma al contempo anche per i bambini della scuola primaria e media, ha ampliato ancora di più l’interessamento del malessere sulla componente somatica (corpo) che maggiormente ha manifestato la condizione di stress vissuta (disturbi di ansia e somatoformi come la sensazione della mancanza di aria). Le stesse ricerche dimostrano che la DAD, così come è stata realizzata nella maggior parte delle scuole, ha determinato una perdita di apprendimento del 35%. Tutti i bambini ascoltati tramite interviste o in studio, in questo periodo dicono che hanno nostalgia della scuola; anche quelli che incontrano in classe molte difficoltà a seguire le lezioni.

L’importanza del contatto

Quello che manca è certamente il contatto e il lavoro di gruppo. La ridondanza dei contenuti proposti dal docente e realizzata anche con gli interventi di tutti i bambini (o ragazzi), che ha un effetto di rinforzo dell’apprendimento, non si riesce a ottenere quando ciascuno è davanti al proprio computer. È su questo che è opportuno portare l’attenzione; sul contatto che purtroppo oggi a scuola, quale ambiente fondamentale insieme alla famiglia per la crescita dei bambini e ragazzi, è caratterizzato da distanza sul profilo sia fisico che relazionale. Il tatto è il senso, rispetto agli altri, più distribuito e diffuso sul nostro corpo. La modalità in cui siamo stati toccati da piccoli si deposita nella memoria fisica (che diventa una memoria psichica perché permette la formazione dell’Io), per cui è dal tatto che si formano le sensazioni che provengono dalla superficie del corpo, e con esso iniziamo a sentire le diversità del nostro corpo e di quello degli altri permettendo una crescita. Il Covid e le sue regole hanno purtroppo messo in crisi questo senso che ai fini dello sviluppo emotivo, cognitivo, relazionale è fondamentale per i bambini/ragazzi ed i futuri adulti. Stiamo imparando ogni giorno a rinunciare al contatto, preferendo il “touch screen” al “touch”; purtroppo questi mesi di astinenza al tatto ed al contatto lasceranno un segno, un disagio allarmante per il corpo sociale. Non a caso si registra un declino della corporeità. Ci mancano le relazioni forti, toccanti perché relazioni di pelle, ma anche di cuore, quelle che si sentono in ogni parte del corpo. Per cui sarà fondamentale, nel rientro a scuola e nella possibilità un giorno di tornare ad avere un contatto, essere consapevoli della disposizione mentale e affettiva con cui conviviamo nella distanza (poiché diversa è l’immagine che ci siamo costruiti di noi nella distanza rispetto all’immagine di noi stessi nel contatto), in quanto in base a ciò che proviamo nelle varie situazioni costruiamo poi le nostre relazioni.