DALLE PARI OPPORTUNITA’ ALLE OPPORTUNITA’

Fondoprofessioni: valorizzare le differenze con la formazione Si è tenuto il 20 luglio scorso il secondo incontro, dei tre previsti, organizzato da Fondoprofessioni su “Professioni e pari opportunità: disuguaglianze di Genere, Generazione e distribuzione Geografica”. Durante il tavolo tecnico, presenti le parti sociali, il presidente del Fondo Massimo Magi, il vicepresidente Piero Marconi e Maria
Fondoprofessioni: valorizzare le differenze con la formazione

Si è tenuto il 20 luglio scorso il secondo incontro, dei tre previsti, organizzato da Fondoprofessioni su “Professioni e pari opportunità: disuguaglianze di Genere, Generazione e distribuzione Geografica”. Durante il tavolo tecnico, presenti le parti sociali, il presidente del Fondo Massimo Magi, il vicepresidente Piero Marconi e Maria Giovanna Vicarelli, docente dell’Università Politecnica delle Marche, si è discusso sulla necessità di diffondere una cultura di conciliazione che permetta di valorizzare, e non di eliminare, le differenze tra uomo e donna (genere). Discriminazioni retributive, conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi di vita, assistenza sanitaria regolata in un’ottica di genere, pensionamento sono alcuni dei temi trattati durante l’incontro. Si sono individuate alcune soluzioni per rendere più agevole l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l’orientamento, il mentoring, la formazione di base, il tirocinio, i master e l’apprendistato (generazione); si sono, inoltre, evidenziate le differenze tra gli studi professionali del nord e quelli del sud, che tendono a mantenere una struttura organizzativa di piccole dimensioni, contrariamente ai colleghi del nord che si riuniscono in studi associati (distribuzione geografica).
Le proposte emerse dal dibattito riguardano soprattutto la formazione. In questo clima di cambiamento delle professioni, accentuato dalla crisi che ha colpito gli studi professionali, si sente il bisogno comune di investire nella formazione dei professionisti, cui vengono richieste sempre maggiori competenze e tempi brevi di risposta. L’obiettivo principale è quello di creare una fitta rete di relazioni tra il Fondo, le università e le Regioni per garantire una formazione adeguata e riconosciuta, attraverso master, corsi di formazione e apprendistato. «In quest’occasione abbiamo toccato con mano quanto sia importante attivare questo genere di relazioni. Sono emersi aspetti progettuali interessanti che riguardano gli istituti di formazione, gli enti regionali, il ruolo del Fondo e quello delle parti sociali» ha detto Massimo Magi al termine dell’incontro. «Attualmente, siamo in una fase intermedia, prevediamo un terzo step nella seconda metà di novembre, durante il quale presenteremo e raccoglieremo tutte le riflessioni in un documento, da consegnare alle parti sociali che, con le loro specifiche competenze, le tradurranno in obiettivi concreti».
Intanto i primi due incontri hanno permesso di tracciare una road map che individui tre dimensioni analitiche: culturale, formativa e organizzativa. Tre parametri entro i quali collocare buone pratiche e nuove norme che permettano una decostruzione degli assetti professionali tradizionali nel nome di una valorizzazione delle differenze e di un nuovo professionalismo.

 

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