Bollettino 01&02/2021 Gennaio – Aprile

di Gaetano Stella, Presidente dell’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni

Aspettando la svolta

Questo numero del Bollettino sulle libere professioni è un numero doppio, a scavalco tra gli ultimi tre mesi del 2020 e i primi tre mesi del 2021 ed è ancora in larga parte dedicato all’evolversi della pandemia, come pure alle sue ricadute sul sistema economico e sul mondo delle libere professioni. Un’attenzione particolare viene dedicata a quanto accade nel resto d’Europa nella convinzione del ruolo strategico della dimensione continentale e delle istituzioni comunitarie proprio nella situazione di emergenza. Il ruolo dell’Europa nel fronteggiare la crisi da Covid19 è stato infatti, nella prima fase, tempestivo nei tempi e adeguato nei mezzi, contribuendo ad una rilegittimazione di Bruxelles e delle istituzioni comunitarie (come documentato nella sezione Segnalazioni), mentre è apparso molto meno efficace nei mesi più̀ recenti quando si è trattato di programmare la compagna vaccinale e i relativi approvvigionamenti.

Nel lasso di tempo preso in esame dal Bollettino, curato dal prof. Paolo Feltrin, le conseguenze della pandemia sulle libere professioni e sul mercato del lavoro delineano uno scenario molto preoccupante, che esige interventi normativi immediati e mirati. Le tendenze di lungo periodo confermano, infatti, una continua erosione del lavoro autonomo, che negli ultimi 10 anni ha perso quasi 500 mila unità: un crollo strutturale, accentuato dalla pandemia, che si manifesta in quasi tutte le Regioni e che colpisce soprattutto i giovani, determinando così un progressivo invecchiamento dei lavoratori autonomi. E anche il settore libero professionale non è immune da questa trasformazione. L’assenza di un ricambio generazionale chiama in causa diversi fattori critici – che dovranno essere necessariamente rivisti per assicurare ai giovani laureati nuovi sbocchi professionali –, a cominciare dai percorsi formativi e universitari fino alla tenuta del sistema della previdenza privata (nella sezione Segnalazioni pubblichiamo, tra gli altri, i link ai rapporti istituzionali di Almalaurea, Adepp, Cnel e Inps).

In gioco c’è il futuro del sistema professionale in Italia. Il Covid-19, infatti, sta modificando radicalmente il modello e la geografia professionale nel nostro Paese, accelerando quella “rivoluzione silenziosa” che da anni registriamo nel lavoro autonomo e indipendente. Dalla fotografia del Bollettino emerge come alcune attività professionali soffrano più di altre i contraccolpi della pandemia e basterà osservare le domande di indennità pervenute alle Casse di previdenza private e alla Gestione separata dell’Inps per avere un quadro nitido della situazione. Ma le ripercussioni impattano in maniera significativa anche sui territori, dove la forbice tra Nord e Sud si sta allargando spaventosamente. Se guardiamo infatti l’incidenza dei professionisti rispetto al Pil pro capite nelle regioni, possiamo notare un Paese spaccato in due: da una parte le regioni meridionali più povere; dall’altra le regioni centrali e settentrionali dove il reddito prodotto è più alto.

L’assenza di una visione normativa di lungo periodo è un pericolo che non possiamo permetterci. Le misure fin qui messe in campo dal legislatore, dal decreto “Ristori” al decreto “Sostegni”, si sono limitate a tamponare gli effetti della pandemia sulle attività economiche, trascurando per altro il settore libero-professionale. Si tratta, evidentemente, di interventi emergenziali che solo con l’ultimo decreto “Sostegni” – pur nella carenza delle risorse stanziate – ha esteso il contributo a fondo perduto ai professionisti e ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni separate, eliminando il riferimento ai codici Ateco. Tuttavia, alla luce dei dati che emergono dal Bollettino sono ben altre le misure necessarie per sterilizzare le profonde contraddizioni e disuguaglianze causate dal Covid-19 sul mercato del lavoro, ma soprattutto per recuperare quel gap di competenze professionali, indispensabili per traghettare il nostro Paese oltre la pandemia. E questo numero del Bollettino dell’Osservatorio indica la rotta.