UE: gli stati crescono ma non allo stesso modo

Lo scorso 9 ottobre la Commissione europea ha pubblicato una nuova relazione sulla coesione. Differenze sostanziali tra le regioni, bassi gli investimenti pubblici e forti le perdite di posti di lavoro L’economia europea è in netta ripresa ma permangono, ancora, disuguaglianze tra i vari Stati membri in quanto le regioni stanno crescendo ma non tutte
Lo scorso 9 ottobre la Commissione europea ha pubblicato una nuova relazione sulla coesione. Differenze sostanziali tra le regioni, bassi gli investimenti pubblici e forti le perdite di posti di lavoro

L’economia europea è in netta ripresa ma permangono, ancora, disuguaglianze tra i vari Stati membri in quanto le regioni stanno crescendo ma non tutte lo fanno allo stesso ritmo. È quanto emerge dalla settima relazione sulla coesione pubblicata, lo scorso 9 ottobre, dalla Commissione europea.

 

La relazione evidenzia che le regioni che hanno sopportato i costi della globalizzazione, con forti perdite di posti di lavoro e senza riuscire a compiere la trasformazione industriale, avranno bisogno di un ulteriore sostegno finanziario per promuovere la creazione di posti di lavoro. Gli investimenti pubblici, inoltre, sono ancora inferiori ai livelli precedenti la crisi e non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi ambientali legati all’utilizzo di fonti rinnovabili e alla decarbonizzazione.

 

La Commissaria responsabile per la Politica regionale, Corina Crețu, ha dichiarato che la relazione mostra con chiarezza che la crisi ha lasciato i segni in molte regioni e che l’Unione ha bisogno di maggiore coesione per affrontare le sfide presenti e future.

 

La relazione, analizzando lo stato attuale della coesione economica, sociale e territoriale dell’UE, suggerisce quindi di adottare una politica di respiro europeo finalizzata a tre obiettivi principali: gestire la globalizzazione modernizzando l’economia attraverso investimenti in innovazione, digitalizzazione e decarbonizzazione; non lasciare nessuno indietro aiutando le persone a sviluppare le proprie competenze e a creare imprese; e sostenere le riforme strutturali massimizzando l’impatto degli investimenti, attraverso un miglioramento della pubblica amministrazione.

 

A questo proposito, il documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’UE, pubblicato a giugno, ha aperto un dibattito chiedendo se la politica di coesione debba concentrarsi solo sulle regioni meno sviluppate.

All’inizio del 2018 sarà lanciata, inoltre, una consultazione pubblica sulla futura politica di coesione e a maggio sarà presentata la proposta della Commissione per il quadro finanziario pluriennale. In seguito saranno presentate le proposte per la politica di coesione dopo il 2020.

 

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