Studi professionali, siglata l’intesa per il fondo di solidarietà

Confprofessioni e le organizzazioni sindacali, Filcams, Fisascat e Uiltucs, hanno sottoscritto l’accordo per il varo di un nuovo strumento per il sostegno al reddito dei lavoratori del settore studi professionali Nasce una nuova rete di protezione sociale per garantire l’occupazione negli studi professionali. Il 3 ottobre 2017 a Roma è stato infatti raggiunto l’accordo tra
Confprofessioni e le organizzazioni sindacali, Filcams, Fisascat e Uiltucs, hanno sottoscritto l’accordo per il varo di un nuovo strumento per il sostegno al reddito dei lavoratori del settore studi professionali

Nasce una nuova rete di protezione sociale per garantire l’occupazione negli studi professionali. Il 3 ottobre 2017 a Roma è stato infatti raggiunto l’accordo tra Confprofessioni e le organizzazioni sindacali del settore, Filcams, Fisascat e Uiltucs, per l’istituzione del Fondo di Solidarietà per il settore delle attività professionali. «Un traguardo fondamentale per salvaguardare i livelli occupazionali negli studi professionali» ha commentato Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni. «Le parti sociali del settore hanno deciso di dare vita al  Fondo di solidarietà per gestire direttamente le prestazioni di sostegno al reddito previste dal Dlgs 148/2015».

 

Il nuovo Fondo di solidarietà, come prevede il Dlgs 148/2015, ha lo scopo di assicurare ai lavoratori una tutela in costanza di rapporto di lavoro nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa. Nella fase di avvio, il Fondo coprirà gli studi professionali che occupano mediamente più di tre dipendenti.

 

«Ancora una volta è prevalso il nostro senso di responsabilità sui temi di grande impatto sociale e abbiamo allargato la sfera di applicazione ai lavoratori attualmente non coperti dal Fondo di Integrazione Salariale» aggiunge Stella. «Il nuovo Fondo rappresenta, quindi, un importantissimo strumento per la protezione dei lavoratori e la nostra intenzione è quella di coinvolgere i fondi interprofessionali per coniugare efficacemente politiche attive e politiche passive. A questo punto, confidiamo in un rapido iter per il riconoscimento ministeriale».