Stella a La Repubblica: «Per il welfare degli ordinistici no a soluzioni calate dall’alto»

L’intervento del presidente Stella nell’articolo de La Repubblica Mercoledì 20 gennaio su La Repubblica è stato pubblicato l’intervento del presidente di Confprofessioni Gaetano Stella sull’ipotesi di introdurre ammortizzatori sociali anche per i professionisti iscritti alle casse di previdenza:   Il welfare della discordia. Perché se governo e rappresentanti delle categorie sono perfettamente d’ accordo sul fatto che anche
L’intervento del presidente Stella nell’articolo de La Repubblica

Mercoledì 20 gennaio su La Repubblica è stato pubblicato l’intervento del presidente di Confprofessioni Gaetano Stella sull’ipotesi di introdurre ammortizzatori sociali anche per i professionisti iscritti alle casse di previdenza:

 

Il welfare della discordia. Perché se governo e rappresentanti delle categorie sono perfettamente d’ accordo sul fatto che anche ai professionisti iscritti alle Casse vada garantito un ammortizzatore sociale, soprattutto dopo che per gli autonomi iscritti all’ Inps è arrivata l’ Iscro, è difficile trovare una via che non pesi sulla fiscalità generale ma non metta neanche a rischio l’ autonomia e le risorse degli enti professionali. È questo il nodo del confronto che avrà luogo domani tra la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, e i rappresentanti delle categorie, oltre che delle Casse.

A giudicare da una bozza, non presentata ancora al tavolo con le professioni, elaborata dalla commissione ministeriale per la riforma degli ammortizzatori sociali si ipotizza un esonero contributivo per tre anni per i neoiscritti alle Casse, e prevede un contributo ulteriore, a carico solo di chi superi una certa soglia annua di reddito, che finanzi il nuovo ammortizzatore sociale a cui avrà diritto chi è costretto a smettere di lavorare.

 

 

«Non si può calare dall’ alto una imposizione di questo tipo a carico delle Casse professionali – osserva Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni – , rischia di impoverirle, non si possono mettere a rischio le pensioni. Qualunque intervento va concordato: si potrebbe pensare a una legge quadro che dia la possibilità a ciascuna Cassa di intervenire come meglio ritiene a sostegno dei propri iscritti in difficoltà, non è detto che si debba trattare di un’ estensione dell’ Iscro. Quanto al meccanismo di finanziamento, la via non può che essere quella di un alleggerimento dell’ imposizione fiscale. Anche chi guadagna di più è in difficoltà per la crisi: imporre un nuovo contributo solo a carico dei più abbienti creerebbe discriminazioni che potrebbero generare conflittualità tra le categorie».