Stato dell’Unione, Juncker parla del futuro dell’UE

Tasso di disoccupazione più basso degli ultimi nove anni. Commercio, industria, cambiamento climatico, sicurezza digitale e immigrazione, le priorità presentate dal Presidente della Commissione europea nel discorso annuale Si è tenuto il 13 settembre, presso la sede del Parlamento europeo a Strasburgo, il discorso annuale di Jean-Claude Juncker sullo Stato dell’Unione. Il Presidente della Commissione
Tasso di disoccupazione più basso degli ultimi nove anni. Commercio, industria, cambiamento climatico, sicurezza digitale e immigrazione, le priorità presentate dal Presidente della Commissione europea nel discorso annuale

Si è tenuto il 13 settembre, presso la sede del Parlamento europeo a Strasburgo, il discorso annuale di Jean-Claude Juncker sullo Stato dell’Unione. Il Presidente della Commissione europea ha presentato uno scenario positivo di un’Europa in crescita, con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto il livello più basso degli ultimi nove anni. Nel corso di questo mandato sono stati creati quasi otto milioni di posti di lavoro e, grazie al programma di investimenti per l’Europa, sono stati finanziati importati progetti infrastrutturali e concessi prestiti alle PMI.

Guardando al futuro, Juncker ha elencato le priorità su cui sarà necessario concentrarsi l’anno prossimo: rafforzare il programma commerciale europeo, portando avanti le procedure negoziali con un approccio più trasparente; adottare una nuova strategia industriale che miri a raggiungere una maggiore competitività; assumere un ruolo forte contro il cambiamento climatico; garantire una migliore protezione agli europei nell’era del digitale e rafforzare la protezione delle frontiere esterne.

Secondo il Presidente della Commissione, la direzione da seguire è quella verso un’Europa più unita, più forte e più democratica, i cui principi fondamentali sono libertà, parità e stato di diritto. In questa prospettiva tutti gli Stati membri devono essere trattati in maniera eguale e tutti devono accettare e rispettare le sentenze della Corte di giustizia.