Stato dell’Unione 2018, il bilancio di Junker

Dal 2014 ad oggi, investimenti ed economia in crescita, 12 milioni di nuovi posti di lavoro e calo della disoccupazione giovanile. Nell’agenda dei prossimi mesi: sicurezza, migrazione, confini, partenariato Ue-Africa, sviluppo dell’Ue come attore glob Lo scorso 12 settembre, otto mesi prima delle elezioni europee del maggio 2019, il presidente della Commissione europea ha tenuto
Dal 2014 ad oggi, investimenti ed economia in crescita, 12 milioni di nuovi posti di lavoro e calo della disoccupazione giovanile. Nell’agenda dei prossimi mesi: sicurezza, migrazione, confini, partenariato Ue-Africa, sviluppo dell’Ue come attore glob

Lo scorso 12 settembre, otto mesi prima delle elezioni europee del maggio 2019, il presidente della Commissione europea ha tenuto il suo quarto e ultimo discorso sullo “Stato dell’Unione” (SOTEU). Davanti ai membri del Parlamento europeo a Strasburgo, Jean-Claude Juncker ha parlato del lavoro svolto dalla Commissione europea in questi quattro anni di mandato, degli obiettivi raggiunti, e di quanto resta ancora da fare per costruire “un’Unione più unita, più forte e più democratica”. Il Presidente ha presentato un quadro positivo di un’Europa che in questi anni ha visto un aumento degli investimenti, un’economia in crescita per 21 trimestri consecutivi, 12 milioni di nuovi posti di lavoro creati dal 2014 e un tasso di disoccupazione giovanile al 14,8%, livello più basso mai raggiunto dal 2000. Tuttavia, in un mondo sempre più instabile in cui si moltiplicano le sfide per l’UE, ha sottolineato la necessità di rafforzare la sovranità europea, per svolgere un ruolo più importante e più incisivo sulla scena mondiale. Guardando al futuro, il Presidente ha pertanto elencato le priorità per l’anno a venire, concentrandosi su norme di sicurezza, di migrazione, sulla riforma alle frontiere, su una nuova alleanza Ue- Africa e su un’architettura finanziaria più efficiente per gli investimenti al di fuori dell’Ue. La Commissione ha inoltre proposto di concentrarsi sulla politica estera e di sicurezza comune, migliorando l’efficienza del processo decisionale e consentire all’UE di essere meglio in grado di plasmare gli eventi mondiali e di assumersi responsabilità internazionali.

 

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