Spending review, 30 miliardi di tagli nel 2017

Presentata a Roma la relazione annuale del commissario straordinario Gutgeld. La revisione della spesa dal 2014 ad oggi sono stati circa 3,6 miliardi nel 2014, 18 miliardi nel 2015, 25 miliardi nel 2016, 30 miliardi nel 2017 e 31 miliardi per il 2018 Quasi 30 miliardi di euro nel 2017. Gli effetti “strutturali” della spending
Presentata a Roma la relazione annuale del commissario straordinario Gutgeld. La revisione della spesa dal 2014 ad oggi sono stati circa 3,6 miliardi nel 2014, 18 miliardi nel 2015, 25 miliardi nel 2016, 30 miliardi nel 2017 e 31 miliardi per il 2018

Quasi 30 miliardi di euro nel 2017. Gli effetti “strutturali” della spending review si fanno sentire. Lo scorso 20 giugno, presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, il commissario straordinario del governo per la razionalizzazione e revisione della spesa, Yoram Gutgeld, ha presentato la sua relazione annuale. I risultati ottenuti negli ultimi anni sono considerevoli: i risparmi permanenti connessi alle misure di revisione della spesa dal 2014 ad oggi, inclusi i provvedimenti della legge di bilancio 2017, sono stati quantificati in circa 3,6 miliardi nel 2014, 18 miliardi nel 2015, 25 miliardi nel 2016, 30 miliardi nel 2017 e 31 miliardi per il 2018.

 

Complessivamente, quindi, negli anni sono state sottoposte a revisione decisioni di spesa per un valore superiore a 100 miliardi di euro, grazie alle quali è stato possibile ridurre specifiche aree di spesa e finanziare politiche a sostegno della crescita economica e delle fasce più fragili della popolazione. I capitoli di spesa eliminati e/o ridotti nel periodo 2014-2017 ammontano nel 2017 a 29,9 miliardi di euro. Al netto del costo del personale, la riduzione rappresenta il 18 % della spesa corrente. Questa riduzione ha interessato tutti i comparti della pubblica amministrazione, ma con effetti differenziati. La pubblica amministrazione centrale ha contribuito per il 24% della spesa complessiva al netto del costo del personale, mentre i comparti locali hanno contribuito per il 17%.

 

Nella sua relazione annuale, il commissario Gutgeld ha ricordato che la spending review ha creato circa due terzi delle risorse messe a disposizione per il conseguimento di tre importanti obiettivi: il risanamento dei conti pubblici, con la riduzione dell’indebitamento netto passata dal 3% del PIL nel 2013 al 2,4% nel 2016; la riduzione della pressione fiscale passata dal 43,6% nel 2013 al 42,3% nel 2016 (al netto degli 80 euro); il finanziamento dei servizi pubblici essenziali che rappresentano la maggioranza delle risorse re-impiegate: le prestazioni previdenziali e assistenziali (12,7 miliardi), la sanità (3,7 miliardi), la spesa per migranti (3,4 miliardi), la scuola (3 miliardi) e la sicurezza (1 miliardo).

 

La leva principale su cui ha agito la spending review per il contenimento del costo del personale è stato il blocco del turnover differenziato per diverse funzioni. La misura ha prodotto nel triennio 2013-2016 una riduzione degli organici delle pubblica amministrazione, al netto della scuola, di circa 84mila unità. Questa variazione, pari al 3,8% degli organici (sempre al netto della scuola), ha toccato la punta di quasi il 7% per i soli ministeri.

 

Altro capitolo pesante riguarda l’efficientamento degli acquisti di beni e servizi, che ha agito principalmente su due fronti: il rafforzamento del ruolo storico di Consip come centrale di acquisto nazionale della pubblica amministrazione, e la costituzione del Tavolo degli aggregatori come un nuovo sistema per l’aggregazione degli acquisti, soprattutto delle amministrazioni locali.

 

Il rafforzamento del ruolo di Consip

 

Consip Spa svolge da due decenni un ruolo importante come centrale d’acquisto nazionale della pubblica amministrazione. Questo ruolo consolidato nel tempo è stato notevolmente ampliato. Nel triennio 2014/2016 Consip è stata potenziata, grazie agli obblighi normativi di adesione delle pubbliche amministrazione alle convenzioni Consip e dell’ambito di azione della stessa Consip. Nello stesso periodo, inoltre, l’offerta Consip è stata ampliata. Il risultato di queste azioni ha permesso di presidiare la spesa (beni e servizi che Consip mette a disposizione attraverso i suoi strumenti – convenzioni, accordi quadro, sistema dinamico di acquisizione, mercato elettronico, gare su delega) per 48,3 miliardi nel 2016, il 27% in più rispetto al 2014; il valore delle gare bandite si è attestato a 17,3 miliardi nel 2016, il 28% in più rispetto al 2014; in aumento anche le gare bandite, che nel 2016 sono state 274, il 56% in più rispetto al 2014. La spesa intermediata, ovvero il valore complessivo delle forniture erogate alle amministrazioni su contratti attivi Consip ha raggiunto quota 8,1 miliardi nel 2016, il 33% in più rispetto al 2014, mentre il risparmio ottenuto, ovvero il valore del risparmio dei prezzi unitari rispetto aiprezzi medi della PA, è stato di 3,5 miliardi nel 2016, 13% in più rispetto al 2014.