Sanità pubblica, fondi integrativi i migliori alleati del Ssn

In audizione in Commissione Affari sociali, il presidente Stella lancia la proposta per rendere più efficienti i servizi pubblici e migliorare la salute della collettività. Ma occorre rimuovere le disparità tra lavoro dipendente e autonomo «I fondi sanitari integrativi possono diventare i migliori alleati della sanità pubblica, a patto che venga messa in atto una
In audizione in Commissione Affari sociali, il presidente Stella lancia la proposta per rendere più efficienti i servizi pubblici e migliorare la salute della collettività. Ma occorre rimuovere le disparità tra lavoro dipendente e autonomo

«I fondi sanitari integrativi possono diventare i migliori alleati della sanità pubblica, a patto che venga messa in atto una strategia politica di ampio respiro che rafforzi l’integrazione con il Ssn e favorisca le agevolazioni fiscali anche per i lavoratori autonomi e liberi professionisti». È forte e chiaro il messaggio del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, intervenuto oggi in audizione in Commissione Affari sociali della Camera, dove si sta discudendo sui fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale.

 

 

E mentre monta la polemica sui tagli alla spesa sanitaria pubblica e si infittiscono le voci di vincolare le risorse da destinare al Fondo sanitario nazionale agli obiettivi di finanza pubblica e alle variazioni del quadro macroeconomico, la ricetta di Stella punta a sostenere la crescita dei fondi integrativi sanitari «perché, in ragione della loro efficienza e qualità, i fondi integrativi sanitari possono rappresentare una delle componenti essenziali di una strategia di complessivo ripensamento del welfare e dell’assistenza socio-sanitaria in Italia».

 

 

I vantaggi e le ragioni a favore della proposta lanciata da Confprofessioni, la prima Confederazione in Italia a introdurre nell’ambito del Ccnl degli studi professionali strumenti di assistenza sanitaria integrativa per tutti i lavoratori, sono numerose e rilevanti in termini di efficienza dei servizi pubblici, buona amministrazione e salute della collettività. Secondo Stella, infatti, grazie ai fondi sanitari integrativi «si snellisce il carico di lavoro e la complessità organizzativa delle strutture della sanità pubblica, si amplia la libertà di scelta delle cure e dei servizi, aumenta lo spazio per gli investimenti imprenditoriali nella sanità privata e si tutelano le fasce più deboli nel rispetto del principio di sussidiarietà previsto dalla Carta Costituzionale».

 

 

Un vero e proprio patto per la salute di tutti i lavoratori che, però, si scontra con «la disparità di trattamento che esiste oggi in Italia tra sostegno e supporto della sanità integrativa a favore dei lavoratori dipendenti rispetto ai lavoratori autonomi, quali i liberi professionisti, la cui domanda di tutele di welfare è in continua crescita» conclude Stella.