Regno Unito e Europa: collaborazione o competizione?

Lo scorso 20 gennaio, nell’ambito del Forum economico di Davos, rappresentanti del mondo politico, accademico e imprenditoriale hanno discusso dei rapporti futuri tra Gran Bretagna e Unione europea. Focus su mercato unico e libera circolazione Uscita del Regno Unito dal mercato unico e dall’Unione doganale e ripristino del controllo delle frontiere. Questi sono i principali
Lo scorso 20 gennaio, nell’ambito del Forum economico di Davos, rappresentanti del mondo politico, accademico e imprenditoriale hanno discusso dei rapporti futuri tra Gran Bretagna e Unione europea. Focus su mercato unico e libera circolazione

Uscita del Regno Unito dal mercato unico e dall’Unione doganale e ripristino del controllo delle frontiere. Questi sono i principali temi affrontati durante il dibattito sul futuro delle relazioni tra il Regno Unito e l’Unione europea, organizzato nell’ambito del Forum economico mondiale tenutosi a Davos. Tra i relatori presenti: Philip Hammond, Cancelliere dello scacchiere ed ex Segretario di Stato del Regno Unito; Mario Monti, ex Commissario europeo alla concorrenza ed ex Premier italiano; Ngaire Woods, Preside della Blavatnik School of Government dell’Università di Oxford e infine Jes Staley, Amministratore delegato della Barclays.

 

Il dibattito è stato avviato dal moderatore, il giornalista del Wall Street Journal Thorold Barkerch che, riassumendo i  punti principali del recente discorso del primo ministro britannico Teresa May, ha invitato gli ospiti ad intervenire sull’impatto della Brexit sulle libertà fondamentali del mercato interno: la libera circolazione di merci, capitali, servizi e delle persone.

 

L’avvio dei negoziati per l’uscita dall’UE e la definizione delle future relazioni tra le due parti saranno i primi impegni del governo britannico, secondo quanto affermato dal Cancelliere Hammond che ha sottolineato la necessità di concludere i negoziati entro due anni, come previsto dai Trattati UE. Hammond ha inoltre sottolineato che la scelta del Regno Unito di lasciare il mercato unico europeo e l’Unione doganale dimostra la coerenza politica dell’esecutivo che lavorerà per il raggiungimento di un accordo commerciale quanto più possibile vantaggioso per entrambe le parti.

 

Sul tema è intervenuto anche Mario Monti, contrario alla scelta del Regno Unito di abbandonare il mercato unico che, come ha ricordato, rappresenta una delle esportazioni britanniche di maggior successo, frutto dell’impulso politico dell’ex primo ministro britannico Margareth Thatcher. Nel suo discorso è emerso tutto il suo rammarico da ex Commissario europeo responsabile dell’attuazione del mercato unico e della politica di concorrenza, testimone del contributo del Regno Unito alla realizzazione del mercato unico a fianco dell’esecutivo europeo.  E’ risultato evidente tuttavia il suo apprezzamento per la chiarezza del discorso della May e per un approccio ordinato e costruttivo nella definizione delle relazioni reciproche che tenga in considerazione i comuni interessi delle due parti.

 

Sui vantaggi di un clima positivo e collaborativo si è espressa anche la Woods che ha ricordato tra i risultati conseguiti, grazie all’impegno comune delle due parti, la razionalizzazione della normativa europea in materia finanziaria. Per quanto riguarda invece la questione della libera circolazione dei capitali Jes Staley, interrogato sulle reazioni della  Barclays all’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo, ha espresso la sua convinzione che Londra rimarrà comunque il principale centro finanziario, grazie al complesso sistema di competenze di cui gode. Ha affermato inoltre di guardare con fiducia ai futuri rapporti tra Regno Unito e Unione europea:  come accaduto per la crisi finanziaria del 2008, a seguito della quale i paesi europei hanno trovato un accordo per una nuova regolamentazione del sistema finanziario senza mettere in discussione il principio della libera circolazione dei capitali, così nell’ambito della Brexit le due parti riconosceranno e impediranno i rischi legati alla limitazione di  quella libertà che  rappresenta ‘l’ossigeno dell’economia europea’.

 

In merito al controllo delle frontiere e agli effetti della Brexit  su un altro fondamento del mercato interno, ossia la libera circolazione delle persone, si sono espressi  la Woods , Monti e Hammond. A questo riguardo la Woods ha  affermato che il Regno Unito  occupa un posto di primo piano nell’economia della conoscenza, grazie alla presenza di istituti di formazione prestigiosi e che pertanto dovrebbe sfruttare questo suo vantaggio promuovendo una politica sull’immigrazione volta ad attrarre talenti dall’estero, per poter godere dell’innovazione e  sviluppo tecnologico su cui si basa un’economia competitiva.

 

In totale accordo, il cancelliere Hammond ha specificato che il Regno Unito deve incoraggiare un’immigrazione di qualità per gli effetti benefici sull’economia britannica, e che, al contrario, deve contenere quella di individui poco o per nulla qualificati, per gli effetti dannosi che questa esercita sul mercato del  lavoro locale. Ha infine ribadito la scelta del governo di abbandonare il principio della libera circolazione delle persone, rispettando l’opinione espressa dalla maggioranza dei cittadini britannici per i quali il controllo delle frontiere rappresenta una priorità indiscutibile. Infine, poco sorpreso dall’ostilità  di molti cittadini britannici (e non solo) nei confronti del principio della libera circolazione delle persone, in quanto fenomeno ciclico, Monti si è detto preoccupato della possibilità che eventuali deroghe alle norme del mercato unico  possano produrre negli altri paesi europei un “effetto domino “in questo o in altri settori del mercato unico.

 

I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere in quale direzione si orienteranno le scelte del Regno Unito sul suo rapporto futuro con la comunità dei 27 membri da cui il paese ha deciso di allontanarsi.