Quale scuola riaprire

La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP Antonio Zuliani Psicologo psicoterapeuta Membro del CEN dell’Associazione Psicologi Liberi Professionisti         In questi giorni si sta discutendo nuovamente dei tempi di apertura delle scuole. Questo anche perché, come abbiamo sottolineato in un altro contributo, la formazione a distanza presenta dei significativi problemi.
La rubrica Progetto Spazio Psicologico a cura di PLP

Antonio Zuliani

Psicologo psicoterapeuta

Membro del CEN dell’Associazione Psicologi Liberi Professionisti

 

 

 

 

In questi giorni si sta discutendo nuovamente dei tempi di apertura delle scuole. Questo anche perché, come abbiamo sottolineato in un altro contributo, la formazione a distanza presenta dei significativi problemi.

 

Quale scuola riaprire

La riapertura delle scuole, oltre che un fatto logistico e organizzativo, può essere anche una riflessione sul ruolo della scuola. In specie in una situazione caratterizzata da un evento straordinario che ha influenzato in maniera significativa non solo la scuola, ma anche la quotidianità di docenti e allievi. Nello specifico, interrompere la normalità per come l’intendevamo, ha creato una dimensione di “bolla temporale”, come se il tempo fosse sospeso. La pandemia e le sue conseguenze hanno generato una molteplicità di sentimenti (come paura, incertezza, agitazione…) e uno “stress” legato alla modifica delle abitudini e delle routines quotidiane.

 

 

Rientro come recupero di significato

Il rientro a scuola diviene, sotto questa ottica, un’ulteriore transizione verso un nuovo equilibrio che richiede a docenti ed allievi di attivare nuove risorse psichiche, emotive e relazionali. Le reazioni possibili da parte degli allievi possono essere di diverso tipo: dall’ansia all’agitazione, dalla paura a moti di euforia. Queste reazioni sono tutte normali e comprensibili alla luce della complessità di questo momento e vanno intese come tentativi di elaborare e comunicare i propri stati d’animo agli altri.

Ecco allora che la scuola può contribuire a stimolare un sano processo di elaborazione di quanto è accaduto e sta accadendo.

Questo ruolo è ancora più significativo di fronte a questa pandemia perché non siamo di fronte a un evento critico caratterizzato da un prima e da un dopo. Nel caso attuale, viviamo l’eccezionalità di una durata temporalmente più lunga e persistente con la necessità di garantire in ogni caso in maniera continuata la soddisfazione dei bisogni di protezione e di sicurezza e favorire una rete sociale (di adulti e di pari) attorno ad ogni allievo che lo possa sostenere in questo periodo.

Ecco allora che la scuola in presenza acquista un significato che va ben al di là dell’erogazione di nozioni: questo lo si può realizzare anche con strumenti informatici.

 

 

Scuola come luogo di ri-costruzione di senso

La scuola è il luogo all’interno del quale è possibile ri-costruire una narrazione che colleghi in maniera coerente quanto docenti e allievi stano vivendo. Una narrazione in itinere pensata per ripercorrere fatti, pensieri ed emozioni. Che esplori i momenti difficili e al contempo le risorse attivate, gli aiuti ricevuti e le conquiste ottenute. Questa ricostruzione è un importante strumento per favorire l’elaborazione di quanto vissuto e restituire un senso di positività e di fiducia verso il presente e verso il futuro. Permette inoltre uno scambio di risorse e strategie attivate per gestire l’attuale momento e al contempo una normalizzazione delle emozioni di ognuno: condividendo stati d’animo simili, si scopre infatti di non essere i soli ad aver provato quelle emozioni.