Professionisti, studi di settore verso la pensione

Contenuto tra gli obiettivi di politica fiscale 2016-2018, l’intento è stato confermato dal ministro dell’Economia, Padoan. Il viceministro Casero: «Strumento inutile per i professionisti, che hanno una contabilità di cassa» I professionisti potrebbero liberarsi degli studi di settore. Per contrastare l’evasione fiscale in modo efficace verranno potenziate la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica delle
Contenuto tra gli obiettivi di politica fiscale 2016-2018, l’intento è stato confermato dal ministro dell’Economia, Padoan. Il viceministro Casero: «Strumento inutile per i professionisti, che hanno una contabilità di cassa»

I professionisti potrebbero liberarsi degli studi di settore. Per contrastare l’evasione fiscale in modo efficace verranno potenziate la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica delle operazioni soggette a Iva.

 

Contenuto nell’atto di indirizzo sugli obiettivi di politica fiscale 2016–2018 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’intento è stato confermato dal ministro Pier Carlo Padoan, durante il question time alla Camera  lo scorso 27 gennaio, e anche dal viceministro Luigi Casero, intervenuto l’indomani al convegno Telefisco de Il Sole 24 Ore. «Per favorire un sistema fiscale più semplice, durante l’anno interverremo subito sugli studi di settore. È’ uno strumento – ha sottolineato Casero – che deve essere rivisto in relazione all’evoluzione dei tempi. Riteniamo che per i professionisti, che hanno una contabilità di cassa, ci sia la necessità di intervenire sugli studi di settore in solo modo: abolendoli. E’ inutile mantenere gli studi di settore per i professionisti. Comunque sia – ha concluso – interverremo per una semplificazione generalizzata di tutti gli studi di settore. So che è una richiesta avanzata dalle professioni ed è una richiesta che può essere accolta».

Nell’atto di indirizzo si legge infatti che la revisione degli studi di settore verrà condotta “per renderli maggiormente efficaci e massimizzare l’attendibilità delle stime, assicurandone al contempo la semplificazione anche attraverso la riduzione del loro numero”.

 

Secondo alcune anticipazioni, si dovrebbe scendere dagli attuali 204 modelli a 170, mentre i circa 2mila cluster, cioè i gruppi omogenei di ricavi e compensi, dovrebbero essere sostituiti dai “modelli organizzativi di business”(MOB).