Pratica forense, timori su regolamento per corsi obbligatori di formazione

Luigi Pansini, segretario generale Associazione Nazionale Forense: “Rischia di essere un filtro per l’accesso alla professione”. Di seguito la nota diffusa dall’ANF il 17 marzo scorso “Sicuramente il decreto del Ministro della Giustizia n. 17 del 19 febbraio scorso, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, contiene, nella sua versione definitiva, disposizioni sui corsi obbligatori ai fini
Luigi Pansini, segretario generale Associazione Nazionale Forense: “Rischia di essere un filtro per l’accesso alla professione”. Di seguito la nota diffusa dall’ANF il 17 marzo scorso

“Sicuramente il decreto del Ministro della Giustizia n. 17 del 19 febbraio scorso, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, contiene, nella sua versione definitiva, disposizioni sui corsi obbligatori ai fini della pratica forense migliori rispetto a quelle della bozza di decreto inviata quasi due anni al Consiglio Nazionale Forense e alle associazioni per il parere previsto dalla legge ordinamentale del 2012. Tuttavia, preoccupa la possibilità per gli ordini circondariali di programmare il numero dei tirocinanti da ammettere alla frequenza dei corsi così come preoccupa la discrezionalità in capo agli ordini circondariale e al consiglio nazionale forense di valutare l’idoneità di altri soggetti nella organizzazione dei corsi: in questo modo vi è il fondato timore di una forte limitazione all’accesso alla professione. Il regolamento merita un attento approfondimento al fine di verificarne la bontà e la legittimità rispetto alle norme di rango primario della legge professionale e a quelle in materia di concorrenza che regolano l’attività formativa in ambito professionale: il tirocinio forense dev’essere serio ma non si deve caratterizzare per un insieme di ostacoli ingiustificati e insormontabili”.

 

Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini in merito al regolamento ministeriale sui corsi obbligatori di formazione per l’accesso alla professione a firma del Ministro della Giustizia Andrea Orlando e pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.

 

“E’ bene ricordare – continua Pansini – che l’ordinamento professionale favorisce l’accesso e l’esercizio della professione, soprattutto con riferimento alle giovani generazioni, e che il nostro è un esame di abilitazione e non un concorso per magistrati e notai con prospettive e carriere assicurate e diverse. Sicuramente tutto da valutare, in sede organizzativa, sarà l’impatto del DM n. 17 del 2018 sulle diverse relatà circondariali forensi, ma oggi è doveroso auspicare che, poiché il decreto ministeriale pubblicato ieri troverà attuazione per i tirocinanti iscritti dopo il 180° giorno dalla sua entrata in vigore e rientra nel complessivo e scellerato riordino del sistema di accesso alla professione operato con la legge n. 247 del 2012, il nuovo esame di abilitazione senza codici annotati – che comunque necessita di una seria e profonda riforma – debutti contemporaneamente all’effettiva operatività dei corsi obbligatori e non invece il prossimo dicembre”.

 

“Si tratta – conclude Pansini – di un gesto di rispetto nei confronti di chi ha svolto il tirocinio secondo la disciplina previgente e oggi si trova inspiegabilmente chiamato ad affrontare un nuovo esame di abilitazione ideato in funzione dei corsi obbligatori di formazione sino ad oggi inesistenti”.