Pisano: «Interventi a misura di Studio»

Dalla newsletter di Fondoprofessioni di dicembre 2018 Susanna Pisano, Avvocata, componente del C.d.A. di Fondoprofessioni e Presidente di Confprofessioni Sardegna, con lei abbiamo parlato dell’azione del Fondo, a supporto del comparto degli Studi professionali, e di proposte per i prossimi Avvisi. Risultati raggiunti, possibili ambiti di miglioramento, particolarità del settore degli Studi professionali. E ancora, evoluzioni
Dalla newsletter di Fondoprofessioni di dicembre 2018

Susanna Pisano, Avvocata, componente del C.d.A. di Fondoprofessioni e Presidente di Confprofessioni Sardegna, con lei abbiamo parlato dell’azione del Fondo, a supporto del comparto degli Studi professionali, e di proposte per i prossimi Avvisi. Risultati raggiunti, possibili ambiti di miglioramento, particolarità del settore degli Studi professionali. E ancora, evoluzioni tecnologiche nelle professioni, cambiamenti del mercato e possibili soluzioni organizzative per i professionisti. Il punto di vista della Pisano tiene conto non solo del ruolo rivestito all’interno del Fondo e della Confprofessioni, ma anche delle proprie aspettative come professionista, rispetto alle possibilità di sviluppo derivanti dalla formazione continua del personale. 

 

D. Quale apporto ha fornito Fondoprofessioni, in questi anni, al settore degli Studi professionali? 

R. Sicuramente la possibilità di fruire di risorse finanziate per la formazione dei dipendenti degli studi professionali è stata una novità che ha permesso una maggiore crescita nelle categorie interessate in termini di competenze e innovazione sebbene i margini di miglioramento siano ancora ampi a distanza di 15 anni dall’avvio del Fondo. 

 

D. Guardando al bicchiere mezzo pieno, cosa pensa degli ultimi Avvisi del Fondo? 

R. Gli Avvisi stanno riscuotendo sempre maggiore interesse nella platea dei destinatari/proponenti e lo sforzo di innovazione che il Fondo sta operando nella formazione professionale, con progettualità sperimentali, comincia a dare i suoi frutti. Per un Fondo piccolo come il nostro sono grandi conquiste! 

 

D. Se guardiamo, invece, il bicchiere mezzo vuoto? 

R. Che sono ancora troppo generici e avvantaggiano gli “esperti” della formazione continua e in particolare le aziende rispetto agli studi professionali. È indispensabile produrre avvisi diversificati che intercettino le reali esigenze di formazione negli studi professionali. 

 

D. Quindi, quali tipologie di interventi dovrebbero essere maggiormente incentivate? 

R. A mio avviso sarebbe utile operare, pubblicando avvisi che tengano presenti le particolarità del comparto libero professionale: studi medio piccoli, numerose collaborazioni professionali interne/esterne, innovazione tecnologica, circolarità del lavoro di studio (capo/i, dipendenti, collaboratori, terzi), e non ultimo la crescente femminilizzazione sia in termini di professioniste che di dipendenti. 

 

D. Come si possono anticipare le evoluzioni organizzative e tecnologiche negli Studi professionali, tramite la formazione continua? 

R. I tempi della evoluzione tecnologica e conseguentemente anche organizzativa sono così veloci che risulta arduo provare ad anticiparli anche se qualcosa si potrebbe comunque fare. Per esempio provare a incentivare, attraverso la formazione, l’aggregazione dei professionisti in associazioni e società professionali, unica speranza, secondo me, di sopravvivenza sul mercato di molte professioni regolamentate.