Pansini: Necessario un confronto sulla giurisdizione

L’associazione nazionale Forense, in occasione del Congresso nazionale Forense, è intervenuta sottolineando la centralità della giurisdizione in Italia. Di seguito il comunicato stampa di ANF «Abbiamo ascoltato le parole del Presidente del Consiglio Nazionale Forense che ha paragonato la giurisdizione a un bene prezioso come l’acqua – dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, Luigi Pansini,
L’associazione nazionale Forense, in occasione del Congresso nazionale Forense, è intervenuta sottolineando la centralità della giurisdizione in Italia. Di seguito il comunicato stampa di ANF

«Abbiamo ascoltato le parole del Presidente del Consiglio Nazionale Forense che ha paragonato la giurisdizione a un bene prezioso come l’acqua – dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, Luigi Pansini, a margine della sessione ulteriore del XXXIV Congresso Nazionale Forense – non possiamo che accogliere positivamente il riferimento a un concetto che come associazione abbiamo fatto nostro già dieci anni fa; ma non è chiaro se l’avvocatura oggi qui presente e che in ogni occasione afferma che la giurisdizione è e deve rimanere una funzione primaria dello Stato si spende effettivamente, nelle interlocuzioni con la politica, per riforme che riaffermino la centralità della giurisdizione nel nostro paese».

 

«Tutti da tempo chiedono una moratoria delle riforme processuali e invece – continua Pansini – il legislatore prosegue con l’adozione di provvedimenti calati dall’alto senza un preventivo intervento strutturale e che alla prova dei fatti continuano a non produrre i risultati auspicati. Di tutto questo, però, ci sarebbe piaciuto discuterne con i delegati congressuali, con gli avvocati, con le istituzioni forensi, dal momento che il congresso è per definizione di legge la massima assise dell’avvocatura e non susseguirsi di tavole rotonde rispetto alle quali delegati congressuali e avvocati sono stati semplici spettatori. Un’occasione persa: da una parte si predica il dialogo e il confronto e dall’altra agli avvocati non è concessa la parola. Spiace anche dover rimarcare l’esclusione delle associazioni dal dibattito congressuale e la rinuncia al loro apporto di idee e contributi».

 

«Da ultimo – conclude Pansini – chiediamo una maggiore attenzione alla figura dell’avvocato come professionista in evoluzione, attento alle aggregazioni e alle specializzazioni, in grado di confrontarsi senza timori sul mercato, nonché alla necessaria riforma della legge professionale del 2012 che, agli occhi di tutti, suoi sostenitori compresi, si è rivelata un autentico fallimento»