Occupazione e sviluppo sociale: un 2017 in bilico

La Commissione europea pubblica l’indagine annuale che conferma tendenze generali positive ma presenta uno scenario critico per i giovani La Commissione europea ha pubblicato l’indagine sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Employment and Social development in Europe – ESDE). L’edizione del 2017 conferma la presenza di tendenze positive nel mercato del lavoro e nella
La Commissione europea pubblica l’indagine annuale che conferma tendenze generali positive ma presenta uno scenario critico per i giovani

La Commissione europea ha pubblicato l’indagine sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Employment and Social development in Europe – ESDE). L’edizione del 2017 conferma la presenza di tendenze positive nel mercato del lavoro e nella crescita economica. Nell’Unione europea il tasso d’occupazione non è mai stato ad un livello così alto dalla fine del 2008. Tuttavia, i dati mostrano che questi miglioramenti economici si riflettono sui giovani in misura minore rispetto alle generazioni precedenti. Essi infatti riscontrano maggiori difficoltà nella ricerca di lavoro e sono spesso assunti con contratti “atipici” e precari che diminuiscono il loro livello di protezione sociale. Inoltre, secondo l’indagine annuale, è attesa una diminuzione dello 0,3% della popolazione attiva ogni anno fino al 2060. Questo significa che una forza lavoro più esigua dovrà assicurare il mantenimento dei tassi di crescita attuali e che i sistemi pensionistici avranno un numero minore di contribuenti, che verseranno contributi più irregolari a causa della diffusione di forme di lavoro “atipiche”, e un maggior numero di pensionati. Per questi motivi, l’indagine si concentra sulla “giustizia intergenerazionale” e afferma la volontà di far sì che tutte le generazioni beneficino delle tendenze positive attuali. Per affrontare queste sfide, è necessario utilizzare in modo ottimale il potenziale umano disponibile sul mercato del lavoro, fornendo a tutti i gruppi generazionali competenze giuste e incoraggiare l’innovazione e gli investimenti nell’educazione. Anche le parti sociali possono contribuire a colmare il divario tra lavoratori più giovani e più anziani, promuovendo la formazione continua e la fornitura di prestazioni nell’ambito della protezione sociale e partecipando all’ideazione e all’attuazione della legislazione in materia di tutela dell’occupazione e di politiche attive per il mercato del lavoro. Secondo la Commissaria Thyssen, responsabile per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, questo documento mostra che l’Ue è sulla strada della crescita e dell’aumento dell’occupazione, tuttavia bisogna evitare che giovani di oggi e i loro figli si ritrovino in una condizione peggiore rispetto a quella dei propri genitori. In questo senso va la recente pubblicazione del Pilastro europeo dei Diritti Sociali, con cui la Commissione si propone di migliorare gli standard sociali e le condizioni di vita per le generazioni future.

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