Nella Dichiarazione di Roma gli obiettivi economico-sociali dell’Ue

Lo scorso 25 marzo, i leader dei 27 Stati membri, del Consiglio, del Parlamento e della Commissione europea hanno ribadito l’impegno a realizzare nel prossimo decennio un’Unione sicura, prospera, competitiva, sostenibile e socialmente responsabile L’Unione europea è una grande potenza economica e gode di livelli senza pari di protezione sociale; tuttavia nel contesto globalizzato odierno
Lo scorso 25 marzo, i leader dei 27 Stati membri, del Consiglio, del Parlamento e della Commissione europea hanno ribadito l’impegno a realizzare nel prossimo decennio un’Unione sicura, prospera, competitiva, sostenibile e socialmente responsabile

L’Unione europea è una grande potenza economica e gode di livelli senza pari di protezione sociale; tuttavia nel contesto globalizzato odierno è minacciata da sfide sia interne che esterne che le impongono di agire in modo efficace e unitario. Partendo da questa considerazione, nella dichiarazione di Roma sottoscritta dai ventisette leader europei sono stati inclusi ambiziosi obiettivi tra cui la realizzazione di un’Unione prospera e sostenibile e di un’Europa sociale. In breve si tratta di conseguire il completamento del mercato unico e sviluppare politiche sociali al passo con i tempi.

L’impegno assunto a Roma suggella l’impegno dai capi di Stato e di governo a modernizzare quelle proposte alla base del progetto europeo nate con i Trattati di Roma del 1957, il mercato unico e la dimensione sociale espressa dal Fondo sociale europeo, ponendosi in continuità con quanto indicato nel “Libro bianco sul futuro dell’Europa” presentato lo scorso 1 marzo. Nel documento della Commissione europea tra le priorità in materia di mercato unico compare il rafforzamento dell’euro, mentre in ambito sociale si prevedono due scenari alternativi: quello del “Chi vuole di più fa di più”, con cooperazioni rafforzate da parte di alcuni paesi per conseguire progressi in materia e un altro, all’insegna dello slogan “Fare di meno ma meglio”, in cui le politiche e la legislazione sociali restano regolate in modo autonomo dai singoli Stati.

In ambito economico la Dichiarazione di Roma fa riferimento alla realizzazione di un’Unione che generi crescita e occupazione; con un mercato unico forte, connesso e in espansione, che faccia proprie le evoluzioni tecnologiche, e con una moneta unica stabile e ancora più forte per creare opportunità di crescita, coesione, competitività, innovazione e scambio, in particolare per le piccole e medie imprese; che promuova una crescita sostenuta e sostenibile attraverso gli investimenti e le riforme strutturali e che si adoperi per il completamento dell’Unione economica e monetaria.

Tra le prossime iniziative per il completamento del mercato unico la presentazione a maggio di un documento di riflessione della Commissione sul rafforzamento dell’Unione economica e monetaria, mentre a giugno il Consiglio europeo esaminerà il progresso delle strategie sul mercato unico dei vari paesi membri.

Sul fronte sociale, la Dichiarazione indica “un’Europa che favorisca il progresso economico e sociale, nonché la coesione e la convergenza, difendendo nel contempo l’integrità del mercato interno; che tenga conto della diversità dei sistemi nazionali e del ruolo fondamentale delle parti sociali; promuova la parità tra donne e uomini e diritti e pari opportunità per tutti; lotti contro la disoccupazione, la discriminazione, l’esclusione sociale e la povertà; in cui i giovani ricevano l’istruzione e la formazione migliori e possano studiare e trovare un lavoro in tutto il continente

In aprile è atteso il documento di riflessione della Commissione sulla dimensione sociale e il  26 del mese la presentazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, ma anche proposte specifiche sull’ accesso a misure di protezione sociale, l’implementazione della Direttiva sul tempi di lavoro e l’equilibrio tra vita professionale e personale. Il tema resterà all’attenzione per tutto l’anno e sarà oggetto a fine anno del Social Summit che si terrà a novembre a Gothenburg, in Svezia.

 

A cura del Desk europeo di Confprofessioni.