Muri flessibili per abitazioni di emergenza

Un pannello flessibile, l’ultimo brevetto del Politecnico di Milano Textile Wall è l’ultima invenzione brevettata al Politecnico di Milano: un pannello flessibile per costruire abitazioni pensato per situazioni di emergenza.   Sono tanti i casi che richiedono la creazione veloce e semplice di alloggi e/o ospedali, ma velocità e economicità non sono gli unici requisiti.
Un pannello flessibile, l’ultimo brevetto del Politecnico di Milano

Textile Wall è l’ultima invenzione brevettata al Politecnico di Milano: un pannello flessibile per costruire abitazioni pensato per situazioni di emergenza.

 

Sono tanti i casi che richiedono la creazione veloce e semplice di alloggi e/o ospedali, ma velocità e economicità non sono gli unici requisiti.

 

Textile Wall si rivolge a un largo consumo nel settore umanitario, e più precisamente nel campo della riorganizzazione abitativa post-emergenza.

 

La letteratura tecnico-scientifica mostra che gli operatori umanitari preferiscono impiegare i materiali e i metodi processuali locali invece che avvalersi di prodotti importati dall’estero e difficilmente accettati dalle popolazioni locali. A questo risponde proprio Textile Wall perché è riempibile con qualsiasi tipo di materiale reperibile localmente, rendendosi compatibile con le tecniche costruttive tradizionali.

 

Textile Wall è formato da celle composte di lamelle in materiale semirigido e chiusure in membrane tessili. Queste celle possono essere poi riempite con qualsiasi materiale a seconda delle caratteristiche strutturali che gli si vuole conferire. La sua struttura permette la creazione di coperture o pareti della forma desiderata (lineari, curve, multicurve e angolari) sia per interni che per esterni. Inoltre il trasporto e la spedizione sono agevolati dalla sua struttura impacchettabile a soffietto.

 

Textile Wall è duttile anche perché l’altezza del pannello e la dimensione delle celle possono variare in funzione dell’applicazione pensata.

 

L’idea del Textile Wall è nata all’interno del progetto europeo Speedkits: rapid deployable kits as seed for self-recovery, un progetto collaborativo del Settimo programma Quadro che si concluderà il prossimo febbraio e il cui obiettivo è di dare risposta efficace – sia in termini di velocità (speed) che di durata nel tempo (seed) – alle popolazioni colpite da grandi disastri.

 

Le caratteristiche in sintesi:

 •Pannello autoportante in membrane tessili e barre semirigide, senza l’impiego di elementi strutturali aggiuntivi.

•Impacchettabile a soffietto durante il trasporto.

•Fabbricazione mediante combinazione di tecnologie esistenti.

•Componente costruttivo iperleggero.

•Prende forme e dimensioni a seconda delle esigenze.

•Casseforme per riempimenti.