Medici esclusi dal bando per la direzione dei distretti, Scotti: «Intervenga il Ministro Grillo»

La Fimmg chiede un intervento del ministro della Sanità per impedire sull’estromissione dei medici di famiglia dai bandi di selezione per gli incarichi di direzione di distretto «Ciò che sta avvenendo in Veneto è molto suggestivo di quello che potrà avvenire in questo Paese in presenza di una maggiore autonomia regionale ed è evidente che
La Fimmg chiede un intervento del ministro della Sanità per impedire sull’estromissione dei medici di famiglia dai bandi di selezione per gli incarichi di direzione di distretto

«Ciò che sta avvenendo in Veneto è molto suggestivo di quello che potrà avvenire in questo Paese in presenza di una maggiore autonomia regionale ed è evidente che ci aspetta un futuro disastroso per il Servizio Sanitario Nazionale». Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG, commenta così la decisione adottata all’Aulss 6 Euganea veneta, dove i medici sembrerebbero estromessi dal bando dalla selezione per due incarichi di direzione di distretto.

 

«Un fatto gravissimo – sottolinea Scotti – non solo perché non si rispetta quanto previsto per legge (D.Lgs 502/1992), anche per i medici di medicina generale, ma anche per il fatto che questo tentativo di blitz premia una visione tecnocratica e amministrativa della sanità a scapito dell’assistenza e per paradosso si parla della governance dell’assistenza territoriale, ambito che più di altri dovrebbe far prevalere la visione di una proposta di assistenza più che di amministrazione». La delibera in questione è la numero 6 e taglia fuori la professione medica dalla funzione organizzativo-gestionale di una struttura.

 

«Si tratta infatti – prosegue il segretario generale FIMMG – di funzioni che hanno un’alta valenza sanitaria e sociosanitaria e proprio per questo la legge prevede che in questo ruolo vi sia un dirigente che abbia maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali, comprendendo anche un medico di medicina generale con una esperienza almeno decennale. Escludere i medici, e in particolare i medici della medicina generale, significa privare il distretto sanitario dell’esperienza maturata negli anni da chi ha realmente stabilito un rapporto fiduciario con il paziente e ne conosce le problematiche. Una visione a dir poco miope rispetto a una complessità che aumenta negli anni e ha bisogno di una gestione oculata della cronicità, esperienza già più volte rappresentata con successo da incarichi affidati in passato a medici di famiglia nella stessa Azienda».

 

Di qui l’appello al Ministro della Salute Giulia Grillo affinché intervenga con decisione perché si rispettino le leggi di uno Stato. «Ci auguriamo – conclude Scotti – che il ministro Grillo si occuperà presto e con estrema fermezza di quanto sta avvenendo in Veneto considerando che il rispetto delle leggi dello Stato è la principale responsabilità di un Ministro della Repubblica, ma non sottovalutando che da Ministro della Salute e soprattutto da medico dovrebbe saper bene che una cosa è gestire la sanità in modo appropriato, tutt’altro è trasformare invece l’assistenza ai cittadini in una pratica amministrativa».