Limite del doppio mandato anche per il CNF

Il comunicato stampa ANF Il tribunale di Roma dispone la sostituzione di un suo componente. Tutti i nodi stanno venendo al pettine, urgente riformare la legge professionale e il sistema di governance della massima istituzione forense “La legge è uguale per tutti, anche per il CNF: in linea con quanto dalla stabilito a dicembre scorso
Il comunicato stampa ANF

Il tribunale di Roma dispone la sostituzione di un suo componente. Tutti i nodi stanno venendo al pettine, urgente riformare la legge professionale e il sistema di governance della massima istituzione forense

“La legge è uguale per tutti, anche per il CNF: in linea con quanto dalla stabilito a dicembre scorso dalla Corte di Cassazione per le elezioni dei consiglieri degli ordini circondariali forensi, oggi il giudice ordinario del Tribunale di Roma ha affermato che il limite del doppio mandato, nei termini affermati dai giudici di legittimità, vale anche per le elezioni dei componenti del Consiglio Nazionale Forense”.

Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini dopo la pubblicazione del provvedimento di urgenza con cui oggi il Tribunale di Roma, richiamando i principi affermati dai giudici di piazza Cavour, ha disposto la sostituzione di un componente del Consiglio Nazionale Forense eletto nel distretto di Catanzaro.

“Identica la norma, identico il contenuto minimo comune per ordini e CNF rappresentato dal divieto di candidatura dopo due mandati consecutivi; ancora una volta e sempre dalla magistratura – continua Pansini – sono messe in risalto le criticità della legge ordinamentale del 2012 e quelle disposizioni sulla governance dell’Avvocatura che, in questi ultimi tre anni, hanno portato all’annullamento del regolamento ministeriale del 2014, all’approvazione della legge n. 113 del 2017, alla sentenza della Corte di Cassazione del 2018, all’udienza dinanzi alla Corte Costituzionale tre mesi fa, e che oggi addirittura coinvolgono la massima istituzione forense. Alla fine tutti i nodi stanno venendo al pettine nonostante le perplessità sempre espresse prima e dopo l’approvazione della L. 247/12, le avvisaglie, i ricorsi al giudice amministrativo e oggi ordinario, i confronti negati sul tema della governance dell’avvocatura italiana”.

 

“Anche in questo ennesimo caso dovremo aspettare che si completi l’iter giudiziario, in attesa pure dell’esito della discussione di ottobre prossimo dinanzi al TAR del ricorso contro le modalità elettive del CNF per il quadriennio 2019-2022, ma bisogna prendere atto che la legge professionale va riformata e che il Consiglio Nazionale Forense – oggi indebolito anche nella sua legittimazione da una pronuncia che tocca, indipendentemente dalla pendenza di un ricorso, i componenti che non potevano essere eletti per aver già espletato due mandati, compreso il Presidente – va riformato nel suo assetto disciplinare e amministrativo. Più si continuano ad ignorare le criticità della legge ordinamentale e la necessità di una sua integrale riforma più nefasti saranno gli effetti di questa incessante e voluta frana giudiziaria” – conclude Pansini.