Ddl concorrenza, Confprofessioni respinge gli attacchi contro l’equo compenso

In audizione in Commissione industria del Senato, la Confederazione difende la legittimità della legge dell’equo compenso delle prestazioni professionali. E rilancia il ruolo dei professionisti nel processo di semplificazione delle procedure amministrative

Semplificazioni, parità di trattamento per tutti gli operatori economici, servizi professionali. Sono i punti salienti su cui si è soffermata Confprofessioni nel corso dell’audizione sulla “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022”, che si è svolta il 5 settembre presso la Commissione Industria del Senato. Un provvedimento giudicato piuttosto “timido” per frenare la corsa dei prezzi nell’ambito dei trasporti, servizi pubblici e attività commerciali.

La Confederazione presieduta da Gaetano Stella ha chiesto più coraggio sulla semplificazione delle procedure amministrative, in particolare quelle riferite all’avvio di un’attività d’impresa. In questo ambito, sottolinea Confprofessioni, un ruolo chiave è svolto dagli Sportelli Unici Attività Produttive (SUAP), che coinvolgono un’ampia fascia di professionisti che operano al fianco delle imprese (commercialisti e consulenti del lavoro da un lato e, dall’altro ingegneri, architetti, geometri, tecnici, periti, agronomi, geologi) e che possono contribuire a snellire le incombenze che gravano sulle stesse imprese, soprattutto nei piccoli comuni, dove la carenza di personale è divenuta ormai strutturale rallentando l’attività dei SUAP.

Il ddl sulla concorrenza non coinvolge direttamente il settore professionale, ma viaggia parallelo al ddl di revisione del sistema degli incentivi alle imprese che riconosce il principio di parità di trattamento per tutti gli operatori economici (imprese e professionisti) ai fini dell’accesso agli incentivi, nell’ambito degli interventi a sostegno delle attività economiche: una battaglia che Confprofessioni ha sostenuto da sempre.

Il ddl concorrenza 2022 ha infine offerto a Confprofessioni l’opportunità di tornare sulla legge relativa all’equo compenso delle prestazioni professionali. Secondo il presidente Stella, «La legge n.49/2023 ha sanato, dopo lungo tempo, situazioni di pesante squilibrio che si sono create nel mercato delle professioni. Sono pertanto da respingere le ipotesi paventate di eventuale illegittimità e irragionevolezza della legge sull’equo compenso alla normativa concorrenziale, nonché di reintroduzione surrettizie del sistema di tariffe minime inderogabili, avanzate dal mondo d’impresa».

Testo Audizione