La delegazione lombarda in prima linea per le attività in crisi

L’intervista al Presidente Enrico Vannicola sul Giornale di Carate Un sondaggio per monitorare le conseguenze del Corona virus sugli studi professionali e avere il quadro della situazione, che si annuncia molto critica. In prima linea, impegnato a dare assistenza alle aziende, c’è Enrico Vannicola, presidente di Confprofessioni Lombardia e Consulente del Lavoro.   «La situazione è
L’intervista al Presidente Enrico Vannicola sul Giornale di Carate
Un sondaggio per monitorare le conseguenze del Corona virus sugli studi professionali e avere il quadro della situazione, che si annuncia molto critica. In prima linea, impegnato a dare assistenza alle aziende, c’è Enrico Vannicola, presidente di Confprofessioni Lombardia e Consulente del Lavoro.
 
«La situazione è molto complicata spiega – La nostra è una realtà molto variegata. Siamo di fronte ad una casistica per cui abbiamo gli studi di professionisti che in questa fare sono impegnati a dare assistenza alle aziende in sofferenza in seguito all’ emergenza sanitaria del Coronavirus, mentre nello stesso tempo gli stessi si trovano a soffrire l’ assenza di lavoratrici mamme. Un macroproblema». Ci sono poi le partite Iva, «le prime ad essere messe da parte, professionisti senza un lavoro temporaneo. Se si tengono presenti anche queste considerazioni, il quadro è ancora più drammatico».
 
Tra gli associati ci sono i medici, «in prima linea e a rischio altissimo di contagio – rimarca il presidente di Confprofessioni – Ci preoccupano molto le ipotesi di chiusura degli ambulatori. Le notizie che arrivano dal governo non ci lasciano tranquilli. La situazione è molto difficile, non solo per quei lavoratori autonomi che vivono nella zona rossa, anche nel resto della Lombardia».
 
Anche l’ effetto psicosi ha fatto la sua parte. «Questo sta facendo rimandare ogni tipo di attività – fa presente Vannicola – E’ tutto fermo e pesa molto l’ incertezza rispetto alle misure e agli effetti».
 
Di fronte al quadro che si sta delineando diventa necessario mettere in campo procedure tecnco-amministrative per poter dare una risposta alle criticità che si stanno delineando nel campo delle attività, come gli ammortizzatori sociali e altre misure.
 
«Il ritardo, naturalmente, crea ulteriore incertezza – ha ricordato – I professionisti stanno cercando di mantenere la calma, anche se non è sicuramente semplice. L’ emergenza sanitaria è primaria, ma il futuro delle nostre aziende è un tema che è al centro dell’ attenzione per le ricadute che sta avendo e che avrà anche nelle prossime settimane. Ci sono tante attività che si stanno chiedendo cosa fare. Teniamo presente che già un effetto Coronavirus c’ era stato quando il virus è scoppiato in Cina. Abbiamo avuto un riflesso sull’ approvvigionamento delle materie prime, per le limitazioni che ci sono state. Adesso la situazione la stiamo vivendo direttamente sul nostro territorio, con impatti diretti e reali». Il presidente lombardo di Confprofessioni di continuo ha interlocuzioni con la Regione Lombardia e con il governo, per dare delle risposte e delle rassicurazioni.
 
«Tendenzialmente io dico di non arrivare subito a misure drastiche, finché le attività riescono a resistere. Usare piuttosto ferie e permessi arretrati, per andare anche a scaricare dei costi.
 
Cassa integrazione e congedo parentale incidono sicuramente sulle retribuzioni, per questo facciamo scegliere al lavoratore e auguriamoci che in un paio di settimane si riesca a rientrare».