L’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Dalla newsletter Fidaf l’articolo di Fabio Manzione, Segretario Generale CA3C, sullo sviluppo sostenibile L’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile Il 1° gennaio 2016 sono entrati in vigore a livello internazionale l’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile (Agenda 2030) ed i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) adottati all’unanimità dagli Stati membri delle Nazioni Unite,
Dalla newsletter Fidaf l’articolo di Fabio Manzione, Segretario Generale CA3C, sullo sviluppo sostenibile

L’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile

Il 1° gennaio 2016 sono entrati in vigore a livello internazionale l’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile (Agenda 2030) ed i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) adottati all’unanimità dagli Stati membri delle Nazioni Unite, che si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. L’Agenda 2030 e gli SDGs costituiscono il nuovo quadro di riferimento per lo sviluppo, dopo la conclusione della fase degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs). La realizzazione dei nuovi Obiettivi di sviluppo, a carattere universale, è rimessa all’impegno di tutti gli Stati: l’attuazione a livello nazionale, declinata nell’adozione di “Strategie nazionali di sviluppo sostenibile”, come quella approvata dal nostro Paese nel dicembre 2017, non è più circoscritta alla dimensione economica dello sviluppo ma inscindibilmente affiancata alla realizzazione degli altri due pilastri fondamentali, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente.

 

L’ASviS

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata il 3 febbraio del 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”; il suo presidente è Pierluigi Stefanini e il portavoce è Enrico Giovannini. Oggi rappresenta la più grande rete di organizzazioni che si occupano di sostenibilità in Italia, è punto di riferimento italiano di istituzioni nazionali e internazionali, nonché fonte di informazione qualificata sui temi dello sviluppo sostenibile, distribuita gratuitamente sul portale www.asvis.it e attraverso i social media.

L’ASviS è impegnata a far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030, a favorire lo sviluppo di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli e ad attuare politiche economiche, sociali e ambientali capaci di conseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Attraverso le attività di questa confederazione, contribuisce alla divulgazione del Rapporto e ad aumentare la consapevolezza dell’urgenza di lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi che propone.

 

Il Rapporto 2019 – L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile

Il Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, giunto alla quarta edizione, rappresenta uno strumento unico nel panorama internazionale, come riconosciuto da diversi studi pubblicati quest’anno. Grazie al contributo dei 600 esperti delle oltre 220 organizzazioni aderenti all’ASviS, il Rapporto ASviS 2019 fornisce una visione dell’andamento del Paese verso gli SDGs attraverso indicatori compositi originali (disponibili per i Paesi europei, per l’Italia e le sue regioni), un quadro delle iniziative messe in campo nel mondo, in Europa e in Italia a favore dello sviluppo sostenibile, valuta le politiche realizzate negli ultimi 12 mesi e avanza proposte per accelerare il percorso del nostro Paese verso l’attuazione dell’Agenda 2030.

I dati

Nel suo percorso verso i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia migliora in alcuni campi (salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale), peggiora in altri (povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri) ed è stabile per l’educazione e la lotta al cambiamento climatico (vedi grafici e analisi in appendice). Evidenti sono i ritardi in settori cruciali per la transizione verso un modello che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, e fortissime restano le disuguaglianze, comprese quelle territoriali. L’Italia resta quindi lontana dal sentiero scelto nel 2015, quando si è impegnata ad attuare l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi per la lotta al cambiamento climatico.

 

Il Rapporto ASviS 2019 già a partire dall’Indice evidenzia con chiarezza gli scenari geografici nei quali declinare il concetto di “Sviluppo sostenibile” (ricordate il motto lanciato tanto usato in passato ed ormai caduto nel dimenticatoio: “Pensare globalmente, agire localmente”?)

Si comincia con un quadro più generale dell’intero Pianeta, con un focus sui problemi di più scottante attualità (cambiamenti climatici, deterioramento della biodiversità, problematiche demografiche, crisi economica, migrazioni, ecc.), su quanto le istituzioni internazionali stanno facendo e sugli stimoli che vengono dalla società civile, dai media, dal mondo della ricerca scientifica e sugli scenari futuri.

 

Si passa poi al nostro continente con le sfide che attendono la nuova compagine della Commissione europea (nei confronti di problemi quali i cambiamenti climatici, le fonti energetiche e sul modi di affrontare le questioni migratorie, ambientali, sociali ed economiche), con l’analisi dei documenti predisposti per consentire all’Unione europea un impegno crescente a favore di un approccio integrato che garantisca di superare le inevitabili disuguaglianze tra i vari Paesi che la compongono e che consenta loro di incamminarsi verso una crescita equilibrata e sostenibile.

 

L’Italia non è sola in questo difficile percorso, come documentato durante la recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite. A quattro anni dall’adozione dell’Agenda 2030, nonostante i progressi compiuti, le misure adottate dai singoli governi, dal settore privato e dalle organizzazioni internazionali non appaiono essere all’altezza della sfida. Serve perciò un urgente e deciso cambio di passo per rispettare il piano d’azione disegnato per dare un futuro al pianeta e a chi lo abita.

L’analisi scende poi ad esaminare il caso Italia, alla luce innanzitutto della spinta propulsiva che l’approccio informativo e propositivo messo in atto dalle Organizzazioni della società civile che per prime hanno saputo cogliere nell’iniziativa dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite uno strumento operativo innovativo per realizzare uno sviluppo equilibrato tra società, ambiente, economia e istituzioni.

 

Questa sfida – innanzitutto culturale – proiettata nel nostro prossimo futuro deve confrontarsi con i numeri degli indicatori statistici (talvolta aridi ma inequivocabilmente veritieri allorchè segnalano i ritardi, le omissioni e talvolta le regressioni rispetto agli standard richiesti dalle Nazioni Unite) e soprattutto con una realtà territoriale che è specchio del nostro agire e/o non agire.

Il Rapporto dell’ASviS ci pone davanti a questo specchio che riflette bellezze e difetti del nostro Paese e che ci dovrebbe indurre a dare quanto prima il nostro contributo di uomini e donne, al di là dell’età e delle differenze affinchè questo resti per noi (e per chi verrà dopo di noi) un Paese che tutti ci invidiano….