Indici Isa avanti tutta. Per il ministro Tria non esiste alcun problema

Il comunicato congiunto ADC/ANC Per imprese e professionisti, da mesi alle prese con il rompicapo ISA, sono state sicuramente una doccia fredda le parole del Ministro dell’Economia Giovanni Tria il quale ha sostenuto che con gli Isa si va avanti senza ripensamenti, che gli stessi sono stati definiti con la collaborazione delle categorie economiche e
Il comunicato congiunto ADC/ANC

Per imprese e professionisti, da mesi alle prese con il rompicapo ISA, sono state sicuramente una doccia fredda le parole del Ministro dell’Economia Giovanni Tria il quale ha sostenuto che con gli Isa si va avanti senza ripensamenti, che gli stessi sono stati definiti con la collaborazione delle categorie economiche e che una loro applicazione depotenziata significherebbe, di fatto, penalizzare i contribuenti virtuosi e favorire i soggetti fiscalmente meno affidabili.

 

Da tempo i commercialisti denunciano una condizione di indeterminatezza che diventa ogni giorno più ingestibile. Il susseguirsi infatti delle nuove versioni del software rilasciate dall’Agenzia delle Entrate, l’ennesimo aggiornamento è la versione 1.0.5 del 31 luglio scorso, non permette di avere certezza dei punteggi elaborati, con calcoli da rifare da capo ogni volta e risultati che si modificano.    

 

Il Ministro non ha semplicemente deciso di ignorare gli allarmi lanciati dalla categoria, ha ignorato, ed è cosa ben più grave, quanto espresso da alcuni dei Garanti dei Contribuenti, i quali hanno rappresentato al Ministero le stesse preoccupazioni manifestate dalle Associazioni rispetto alla difficile applicazione degli ISA.  

 

Per il Ministro tornare ai vecchi studi di settore sarebbe un passo indietro. E’ appena però il caso di far presente -tengono a precisare i Presidenti ADC e ANC, Enzo De Maggio e Marco Cuchel, – che non abbiamo mai chiesto di tornare agli studi di settore mentre è stata chiesta semplicemente la disapplicazione per il 2018 vista l’inadeguatezza di questo strumento, le cui conseguenze non si possono far pagare alle imprese e ai professionisti intermediari. 

 

Il richiamo fatto dal Ministro alle semplificazioni contenute nel Decreto Crescita è privo di fondamento e se vogliamo anche poco rispettoso della professionalità degli addetti ai lavori. A dispetto del quadro delineato dal Ministro, è di estrema gravità dover prendere atto che, considerata la scadenza del 30 settembre, purtroppo quando si materializzeranno sia le circolari esplicative sia i nuovi aggiornamenti si dovrà registrare l’ennesima violazione dello Statuto del Contribuente, con il mancato rispetto del termine previsto dei 60 giorni.

 

La straordinarietà della proroga dal 30 giugno al 30 settembre 2019 per il versamento delle imposte dovute dai contribuenti soggetti agli ISA, con le conseguenti ripercussioni sul gettito fiscale, è sufficiente di per sé a dare la misura della gravità della condizione attuale.

 

Con la pausa agostana e la scadenza del 30 settembre alle porte, nonostante l’inspiegabile ottimismo del Ministro dell’Economia, per imprese e professionisti il funzionamento degli indici ISA continua ad essere costellato di interrogativi, nell’attesa che il Governo decida prima o poi di prendere coscienza del problema e di intervenire per risolverlo.        

 

ADC – ANC Comunicazione