Gaetano Stella sulle priorità per il nuovo governo: occupazione giovanile, taglio dei costi del lavoro, crescita

L’intervista del Presidente di Confprofessioni su Il Sole 24 Ore “La manovra d’autunno dovrà essere caratterizzata da interventi in grado di scuotere e rinvigorire il tessuto produttivo del Paese. Certo, l’Iva non deve aumentare, e bisogna rifinanziare quelle spese indifferibili. Ma se mi chiede “una misura forte” che dovrà caratterizzare la prossima legge di Bilancio,
L’intervista del Presidente di Confprofessioni su Il Sole 24 Ore

“La manovra d’autunno dovrà essere caratterizzata da interventi in grado di scuotere e rinvigorire il tessuto produttivo del Paese. Certo, l’Iva non deve aumentare, e bisogna rifinanziare quelle spese indifferibili. Ma se mi chiede “una misura forte” che dovrà caratterizzare la prossima legge di Bilancio, le indico questa: serve una misura choc per spingere l’occupazione stabile dei nostri ragazzi, 30-35enni, che poggia su un taglio al costo del lavoro per cinque anni”.

 

Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, incalza subito il prossimo governo chiedendo un rapido cambio di passo: “Il Paese non può permettersi di perdere altro tempo – spiega. Come rappresentanti dei professionisti italiani abbiamo già pronte una serie di proposte concrete che ci attendiamo di discutere a breve. Vogliamo parlare al paese, non solo alle nostre categorie”.

 

Presidente, ha citato, per primi, i giovani…

Sì. Perché è necessario che tornino centrali nella crescita economica italiana. Per questo, è tempo di superare tutta quella serie di misure parziali di incentivazione, più o meno estemporanee, varate in questi anni e puntare su un ambizioso piano di taglio al cuneo fiscale e contributivo per i datori di lavoro.

 

Dobbiamo spingere, soprattutto, i contratti a tempo indeterminato a favore dei 30-35enni. Quota 100, del resto, non sta funzionando per favorire il turn-over dei giovani, piuttosto sta svuotando gli uffici pubblici, sanità e scuola in testa, complice l’assenza di una reale programmazione. A mio avviso, sempre a favore dell’occupazione giovanile, bisogna, anche, creare filiere mirate di collocamento, dando centralità alla formazione, e avviare una seria riflessione sul tema delle competenze dei ragazzi, che devono essere strettamente connesse alle esigenze del mondo produttivo fin dalla scuola.

 

In quest’ottica, vanno riviste le scelte sull’alternanza, che rappresenta invece uno strumento da rilanciare. E occorre pure puntare sul contratto di apprendistato. È inaccettabile che interi settori produttivi non riescano a trovare figure tecniche con una disoccupazione giovanile che sfiora il 30 per cento. Qui da migliorare è anche l’orientamento.

 

In campo fiscale, occorre altro?

Sì. Non conosciamo la sorte della flat tax, ma una riduzione della pressione fiscale rappresenta senz’altro un veicolo di crescita da estendere, nel caso, a professionisti e autonomi in Srl e Stp. C’è poi da bilanciare il sistema delle deduzioni e detrazioni, in modo che i benefici ricadano sulle fasce più basse dei redditi; e puntare su una vera semplificazione degli adempimenti fiscali.

 

Aggiungo: ha ragione il presidente dei commercialisti, Massimo Miani. Gli Isa, ossia i nuovi Indici sintetici di affidabilità, lo strumento concepito come evoluzione degli studi di settore, stanno creando difficoltà nell’attuale fase di iniziale applicazione. Meglio quindi, per quest’anno, ritenerli facoltativi.

 

Il mercato del lavoro è in affanno…

Serve coordinare politiche attive e passive, valorizzando, anche, i fondi interprofessionali e i fondi di solidarietà bilaterali. Condividiamo, inoltre, le riserve di imprese e sindacati sul salario minimo legale: noi siamo per promuovere e sostenere l’integrale applicazione dei Ccnl e quindi chiediamo di valorizzare la contrattazione collettiva delle parti maggiormente rappresentative.

 

In Italia poi c’è un problema di produttività stagnante: ecco, è ora di rilanciarla attraverso lo strumento della detassazione strutturale.

 

C’è bisogno, poi, di favorire lo sviluppo delle zone economiche speciali (Zes), di avviare una efficace programmazione degli investimenti e dell’utilizzo dei fondi Ue; oltre che di sostenere le attività produttive e professionali per rilanciare l’occupazione.

 

A proposito di lavoratori autonomi, è importante supportare il welfare, in particolare potenziando le misure sulla maternità e gli strumenti di protezione sociale in caso di crisi dell’attività professionale. Inoltre, formazione e digitalizzazione 4.0 devono interessare anche i professionisti.

 

Una battuta infine sull’equo compenso: la disciplina va estesa alle prestazioni rese dai liberi professionisti a favore della Pa. Dobbiamo dirlo con chiarezze: lo Stato deve vietare che un’amministrazione pubblica assegni bandi a zero euro.