FEDERALISMO FISCALE: IL TESTO APPROVATO

Il ddl e’ tornato al Senato. Entro la fine di aprile il varo La Camera ha approvato il disegno di legge (C2105 e abb.) dal Senato, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione. Il provvedimento, che è stato modificato nel corso del suo iter, torna ora al
Il ddl e’ tornato al Senato. Entro la fine di aprile il varo

La Camera ha approvato il disegno di legge (C2105 e abb.) dal Senato, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione. Il provvedimento, che è stato modificato nel corso del suo iter, torna ora al vaglio dell’altro ramo del Parlamento. Il via libera definitivo dovrebbe arrivare entro la fine di aprile. Entro due anni saranno emanati i decreti legislativi attuativi. La fase transitoria durerà invece cinque anni.

Il disegno di legge delega che punta a responsabilizzare i centri di spesa, ad accrescere la trasparenza dei meccanismi finanziari e il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti, superando il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento. Nel passaggio a Montecitorio, tra Commissioni e Aula, il testo del ddl ha subito delle variazioni importanti.

RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE – Il disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati il 24 marzo contiene una salvaguardia finanziaria che impegna la Politica a ridurre la pressione fiscale. I decreti di attuazione dovranno attenersi al comma 2 punto b) dell’articolo 26 (Salvaguardia finanziaria), vale a dire che “sia garantita la determinazione periodica del limite massimo della pressione fiscale nonché del suo riparto tra i diversi livelli di governo e sia salvaguardato l’obiettivo di non produrre aumenti della pressione fiscale complessiva anche nel corso della fase transitoria”.

ALIQUOTA IRPEF – Viene cancellata la riserva di aliquota Irpef tra le fonti che le Regioni utilizzano per finanziare le spese essenziali, sostituita da compartecipazioni ai tributi erariali e, in via prioritaria, al gettito Iva.
Le Regioni disporranno di compartecipazioni erariali, tributi propri e quote di fondo di perequazione per finanziare le spese per lo svolgimento delle funzioni di loro competenza, che sono divise in funzioni fondamentali e non essenziali. Anche Comuni e Province disporranno di compartecipazioni e quote di fondo perequativo, oltre che di tributi propri, per le proprie funzioni.

TAVOLO REGIONI SPECIALI – Si’ al Patto di stabilita’ in sostituzione del precedente Patto di convergenza e via libera all’ istituzione di un tavolo confronto nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni tra Governo e singole Regioni a Statuto speciale.

BICAMERALINA – Viene istituita una Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale. Sara’ composta da trenta membri tra deputati e senatori e sara’ affiancata da un comitato delle autonomie locali. Il Comitato e’ composto da dodici membri dei quali sei in rappresentanza delle regioni, due in rappresentanza delle province e quattro in rappresentanza dei comuni.

COMMISSIONE PARITETICA – Viene inoltre istituita una commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale. La commissione ha il compito acquisire ed elaborare elementi conoscitivi per la predisposizione, da parte del Governo, degli schemi dei decreti legislativi di attuazione della delega in materia di federalismo fiscale. Ne fanno parte 30 componenti, dei quali 15 rappresentanti tecnici dello Stato e 15 rappresentanti tecnici degli enti territoriali. Partecipano inoltre alle riunioni un rappresentante tecnico della Camera e uno del Senato e un rappresentante tecnico delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome.

ROMA CAPITALE – Per il via libera della costituzione di Roma come citta’ metropolitana, diversamente da quanto previsto per le altre, servira’ l’accordo tra il Comune e la Provincia della Capitale. Il ddl prevede che in base alle norme, in vigore fino all’attuazione della disciplina delle citta’ metropolitane, Roma capitale avra’ speciale autonomia, statutaria, amministrativa e finanziaria, nei limiti stabiliti dalla Costituzione.

REGGIO CALABRIA CITTA’ METROPOLITANA – Anche Reggio Calabria entra fra le citta’ che potranno fregiarsi dello status di citta’ metropolitana. Sale cosi’ a dieci il numero complessivo (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Napoli). Sono escluse le citta’ delle Regioni a Statuto speciale. (ASCA)

Link al testo approvato dalla Camera il 24 marzo 2009
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&id=409697
 

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