Fattura elettronica continuano disagi ma non per l’Agenzia delle Entrate

L’Associazione nazionale Commercialisti continua a vigilare sul funzionamento del sistema fatturazione elettronica. Di seguito il comunicato stampa dell’associazione A quasi due mesi dal debutto della fattura elettronica l’Amministrazione finanziaria non sembra avere consapevolezza delle gravi criticità persistenti, che dovrebbero indurre a rivedere il sistema nel suo complesso, anziché cercare di rappresentare, con una lettura distorta
L’Associazione nazionale Commercialisti continua a vigilare sul funzionamento del sistema fatturazione elettronica. Di seguito il comunicato stampa dell’associazione

A quasi due mesi dal debutto della fattura elettronica l’Amministrazione finanziaria non sembra avere consapevolezza delle gravi criticità persistenti, che dovrebbero indurre a rivedere il sistema nel suo complesso, anziché cercare di rappresentare, con una lettura distorta di dati e statistiche, una situazione che non corrisponde affatto a quella reale.

 

Con il comunicato del 19 febbraio, l’Agenzia delle Entrate ha reso noti i dati aggiornati relativi alla fattura elettronica: sono 228 milioni le fatture inviate da parte di oltre 2,3 milioni di contribuenti; la media degli invii dunque, nel periodo dal 1 gennaio al 18 febbraio, è di 2 fatture al giorno per contribuente, dato non certamente in linea con i volumi che il sistema economico nazionale dovrebbe, a nostro parere, far registrare. 

 

I dati diffusi a livello geografico fotografano una situazione disomogenea, considerato che a fronte della Lombardia che guida la classifica con 81 milioni di fatture, ci sono regioni i cui numeri sono completamente diversi. La platea dei soggetti obbligati alla fatturazione elettronica è di oltre 4 milioni, ci sono pertanto circa 2 milioni i contribuenti che continuano a restare fuori dalle nuove procedure e praticamente non fatturano, evidentemente però questo non è un fatto considerato rilevante.

 

Sicuramente il confronto con dati del 2018 aiuterebbe a comprendere l’andamento effettivo del nuovo sistema: quante sono state le fatture emesse nello stesso periodo del 2018? Qual è l’ammontare dell’iva versata a febbraio del 2018 per le liquidazioni iva di gennaio rispetto all’iva versata per lo stesso periodo del 2019?

 

 «Sono questi i dati – afferma il Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti Marco Cuchel  – che, all’insegna di una informazione completa e trasparente, chiediamo all’Agenzia delle Entrate di comunicare».

 

Al di là dei numeri, l’elenco del malfunzionamento e delle anomalie continua ad allungarsi con la segnalazione ogni giorno di nuovi problemi: differenza tra i dati fiscali esposti nel file PDF, messi a disposizione dalle piattaforme private, e quelli contenuti nel file XML; assenza di procedure minime di controllo sul sistema SDI che attualmente non impedisce di duplicare erroneamente l’invio di una fattura e addirittura consente l’invio di fatture di soggetti con partita iva cessata; difficoltà nella gestione dei documenti che arrivano allo SDI, per entrambi i canali utilizzati quali SDIFTP e SDICOOP, creando problemi di allineamento con le piattaforme private e di interi file di cui si ignora la collocazione; ritardi nella consegna delle notifiche al soggetto emittente,  ben oltre il termine dei 5 giorni previsti dalla normativa (ci sono stati segnalati casi addirittura di 30 giorni), senza contare i ritardi e le interruzioni nel funzionamento del canale Fatture e Corrispettivi. A tutto questo si aggiunge una totale  inadeguatezza dell’assistenza tecnica, sia da parte dell’Agenzia delle Entrate sia delle piattaforme private, che addirittura gli utenti non riescono più a contattare per ricevere risposte e supporto.

 

Sul fronte privacy, come più volte evidenziato dall’ANC, la situazione è oltremodo preoccupante, con un sistema che dimostra di non essere in grado di impedire abusi e utilizzi impropri di dati e procedure. Oltre alla presenza della procedura di “Intermediario non delegato” sul canale Fatture e Corrispettivi che praticamente permette a qualunque intermediario, anche se privo di delega, di emettere fatture a nome di soggetti terzi ignari, si registrano casi di istituti di credito che stanno ricevendo segnalazioni di frodi conseguenti al fatto che ignoti riescono ad accedere alle fatture elettroniche emesse da soggetti fornitori di servizi, società e professionisti, modificandone le coordinate bancarie. In questi casi, gli istituti stanno consigliando ai propri clienti, prima di autorizzare operazioni di pagamento, di verificare direttamente con il beneficiario la correttezza dell’IBAN.

 

«Siamo sconcertati – afferma il Presidente Marco Cuchel – dalla gravità dei fatti che si stanno verificando e ancor più dall’atteggiamento dell’Amministrazione Finanziaria che dovrebbe preoccuparsi di arginare e mettere fine ai numerosi problemi e ai conseguenti disagi per i contribuenti, mentre purtroppo la sua unica preoccupazione sembra essere quella di far credere che l’operazione fattura elettronica sia un successo».

 

«In un caos simile – conclude il Presidente Cuchel – ancora una volta i professionisti economici vengono lasciati soli e cercano quindi con le loro forze di arginare al meglio i tanti problemi che altri non si preoccupano di risolvere».