Equo compenso, tutelare i professionisti. Partire dai rapporti con la PA

Il presidente Stella in audizione in Commissione Lavoro del Senato sul progetto di legge presentato da Sacconi: Giudizio positivo, ma considerare bene le diverse realtà di mercato; partire dai parametri nei rapporti con la Pubblica Amministrazione «L’introduzione dell’equo compenso può rappresentare il giusto riconoscimento per migliaia di liberi professionisti, che investono nell’innovazione e nella qualità
Il presidente Stella in audizione in Commissione Lavoro del Senato sul progetto di legge presentato da Sacconi: Giudizio positivo, ma considerare bene le diverse realtà di mercato; partire dai parametri nei rapporti con la Pubblica Amministrazione

«L’introduzione dell’equo compenso può rappresentare il giusto riconoscimento per migliaia di liberi professionisti, che investono nell’innovazione e nella qualità delle proprie prestazioni professionali». Intervenuto oggi in Commissione Lavoro del Senato, dove sono riprese le audizioni sul progetto di legge sull’equo compenso delle professioni regolamentate presentato dal Presidente Sacconi, il Presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, sottolinea che «il progetto di legge di Sacconi, così come le altre proposte  presentate sul tema dell’equo compenso, è un segnale importante di apertura nei confronti della categoria dei liberi professionisti».

 

Bene dunque l’equo compenso a favore dei professionisti, ma occorre calibrare meglio il campo di applicazione del progetto di legge. Secondo Confprofessioni, infatti, il principio dell’equo compenso dovrebbe essere focalizzato più esplicitamente nei rapporti tra professionisti e  la pubblica amministrazione, anche all’interno degli appalti pubblici (introducendo parametri vincolanti per l’affidamento di incarichi). E Stella punta il dito proprio contro la P.A., dove si assiste a un sistematico ridimensionamento dei compensi professionali, una pratica pessima che sfocia sempre più spesso in richieste di prestazioni professionali, anche estremamente qualificate, da svolgere a titolo gratuito. «Tra riduzione del valore lordo e aumento delle trattenute alla fonte» afferma Stella «lavorare per la P.A. diventa una nuova forma di sfruttamento».

 

Altro tema affrontato dal presidente Stella attiene alla quantificazione dell’equo compenso. Dopo aver ribadito che «i livelli di equità del compenso professionale non possono essere oggetto di alcuna forma di contrattazione tra parti sociali», Stella ha segnalato la necessità di un aggiornamento dei parametri di riferimento per la liquidazione giudiziale dei compensi, che tenga in considerazione «i costi di produzione (specialmente nelle professioni tecniche) delle prestazioni professionali, che possono impattare significativamente sui compensi».