Diversity management e inclusività

Ventunesimo contributo della rubrica Spazio Psicologico a cura di PLP Elisa Mulone Psicologa e psicoterapeuta Presidente Nazionale PLP     Nella società odierna si parla tanto di diversità con varie connotazioni, ma che valore può avere la diversità nel mondo del lavoro? Dipende da come viene gestita. Diversity management è la locuzione con cui si
Ventunesimo contributo della rubrica Spazio Psicologico a cura di PLP

Elisa Mulone

Psicologa e psicoterapeuta

Presidente Nazionale PLP

 

 

Nella società odierna si parla tanto di diversità con varie connotazioni, ma che valore può avere la diversità nel mondo del lavoro? Dipende da come viene gestita.

Diversity management è la locuzione con cui si intende quell’insieme di pratiche e politiche volte a valorizzare la diversità all’interno di un luogo di lavoro. La gestione della diversità riguarda diversità di genere, di orientamento sessuale, di etnia, di cultura, di abilità fisiche, ecc. a supporto dei differenti stili di vita e in risposta alle specifiche esigenze di ognuno.

 

 

Come scrivono due professori del Dipartimento di Economia dell’Università di Zilina in Slovacchia “Oggi la globalizzazione sta diventando sempre più diffusa e importante in quasi tutti i settori della sfera sociale, economica e politica. Nella maggior parte dei casi è la globalizzazione che porta la diversità nella vita di tutti i giorni. Questa diversità sta gradualmente penetrando in altre sfere, motivo per cui i manager aziendali si trovano sempre più a confrontarsi con una forza lavoro diversificata; dipendenti di diversa origine, razza, sesso o età”.

Dalle loro ricerche emerge che la politica di diversity management contribuisce al rafforzamento della responsabilità sociale dell’azienda ed è anche un elemento di competitività. Si può, dunque, migliorare la gestione della diversità nell’organizzazione odierna dei luoghi di lavoro, compresi gli studi professionali? Certamente, ma solo comprendendo le dinamiche che sottendono a tale gestione.

Non è scontato, e neanche facile, infatti, confrontarsi con la diversità poiché presuppone il superamento di stereotipi e pregiudizi, ma, soprattutto, il rispetto delle minoranze e di chi è meno rappresentato.

Le attività lavorative di successo sono quelle che formano gruppi disomogenei includendo uomini e donne, giovani e anziani, persone di origini diverse, colore della pelle, religione, orientamento sessuale. Costruire team diversificati e rispettare questa diversità personale e culturale si è dimostrata una strategia vincente.

 

 

Ci sono molte ragioni per implementare il diversity manangement nella gestione ordinaria di un’attività lavorativa. Il motivo principale è che la diversità è un trend in aumento e non andrà a diminuire nella vita quotidiana e nel lavoro. I lavoratori saranno sempre più diversificati. Questo comporta una responsabilità morale del datore di lavoro che ha l’obbligo di fornire a tutti i lavoratori le stesse condizioni e opportunità. Ma, allo stesso tempo, come accennato prima, l’attività lavorativa trae vantaggio dalla gestione ottimale della diversità in termini di competitività perché può avvalersi dell’apporto variegato e unico di ogni collaboratore e aprirsi a nuove opportunità

Nel 2015 Vivian Hunt, Dennis Layton e Sara Prince hanno rilevato che la gestione della diversità e, quindi, le pratiche di inclusione:

✓ diminuiscono i costi, di assenteismo o di ricerca di nuovo personale;

✓ aumentano l’impegno individuale delle persone che, gratificate, saranno sempre più coinvolte nelle loro attività;

✓ generano maggiore propensione all’innovazione.

 

 

Ne consegue che, adottando politiche di diversity management nei luoghi di lavoro, nei rapporti professionali e interprofessionali, viene valorizzato il capitale umano e si apre la strada all’espressione di nuove idee e proposte innovative che arricchiscono il contesto lavorativo e gli conferiscono una spinta propulsiva.