Direttiva qualifiche, un tavolo tecnico Lavoro-Istruzione-Regioni

Il dipartimento politiche europee ha notificato alla Commissione il Piano nazionale di riforma delle professioni. Da rivedere: percorsi formativi, esami di Stato e standard minimi L’Italia dovrà perseguire la revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche (ingegneri e periti) per delineare meglio gli ambiti di attività e le competenze, viste le attuali sovrapposizioni; da
Il dipartimento politiche europee ha notificato alla Commissione il Piano nazionale di riforma delle professioni. Da rivedere: percorsi formativi, esami di Stato e standard minimi

L’Italia dovrà perseguire la revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche (ingegneri e periti) per delineare meglio gli ambiti di attività e le competenze, viste le attuali sovrapposizioni; da rivedere anche la valutazione e l’adeguamento degli esami di Stato per i titoli di studio, affinché siano più coerenti con l’attività che si svolgerà; infine, si dovrà individuare standard minimi per le professioni la cui formazione è di competenza regionale. Sarà un tavolo tecnico con il Ministero del Lavoro, il Ministero dell’Istruzione, le Regioni e l’ISFOL a dare seguito in Italia al Piano nazionale di riforma delle professioni, in base a quanto previsto dalla nuova Direttiva qualifiche (2013/55/UE), notificato il 5 aprile scorso dal Dipartimento politiche europee alla Commissione europea. L’articolo 59 della nuova Direttiva qualifiche (2013/55/UE, infatti, dispone chei gli Stati membri sono tenuti a comunicare alla Commissione un elenco delle professioni regolamentate, specificando le attività contemplate da ciascuna di esse, e a valutare se i requisiti all’accesso rispettano i principi di non discriminazione, interesse generale e proporzionalità. Obiettivo ultimo, un quadro normativo più moderno, flessibile e trasparente, che faciliti la mobilità dei professionisti nel mercato interno e la prestazione transfrontaliera di servizi.

 

Primo passo dell’esercizio di valutazione delle regolamentazioni nazionali, l’identificazione delle professioni regolamentate, alla base della mappa delle professioni regolamentate per Paese della Commissione, del maggio 2014. Quindi, sulla base dei primi risultati, è seguito uno screening e un’analisi approfondita delle professioni, suddivise in due gruppi, il cui esito è presentato in piani di riforma nazionali. Per il primo gruppo (servizi alle imprese, edilizia, industria manifatturiera attività immobiliari, trasporti, commercio all’ingrosso e al dettaglio) il piano di riforma nazionale era stato pubblicato nel luglio 2015, mentre è di marzo il piano definitivo che include anche il secondo gruppo di professioni (istruzione, tempo libero, sanità e servizi sociali, servizi di rete, pubblica amministrazione, turismo, altri servizi).

 

Se all’inizio dell’esame si registravano 143 professioni regolamentate in Italia, nel primo piano di riforma si sale a 169 e nell’ultimo documento a 174. A luglio si riscontrava una certa confusione nel settore delle professioni tecniche, a causa della sottile linea di divisione esistente tra le attività di geometri, ingegneri, periti industriali e periti agrari e del pari tra ingegnere industriale e perito industriale e tra ingegnere dell’informazione e perito industriale.

 

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