Debiti P.A., la Commissione Ue deferisce l’Italia alla Corte di giustizia

Secondo Bruxelles le amministrazioni pubbliche italiane necessitano ancora in media di 100 giorni per saldare le loro fatture La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE a causa del sistematico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti nelle transazioni commerciali, in violazione delle norme dell’UE in materia
Secondo Bruxelles le amministrazioni pubbliche italiane necessitano ancora in media di 100 giorni per saldare le loro fatture

La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE a causa del sistematico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti nelle transazioni commerciali, in violazione delle norme dell’UE in materia di pagamenti (direttiva sui ritardi di pagamento, direttiva 2011/7/UE). Secondo la direttiva sui ritardi di pagamento le amministrazioni pubbliche sono tenute a pagare le merci e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni dal ricevimento della fattura.

La Commissione attribuisce grande importanza alla questione dei ritardi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, constatata in diversi Stati membri, e persegue una rigorosa politica di applicazione della direttiva in materia. La puntualità dei pagamenti è particolarmente importante per le piccole e medie imprese (PMI), che confidano in un flusso di cassa positivo per assicurare la propria gestione finanziaria, la propria competitività e, in molti casi, la propria sopravvivenza.

La Commissione riconosce gli sforzi compiuti dal governo italiano per migliorare la situazione in seguito all’avvio della procedura di infrazione con lettera di costituzione in mora nel giugno 2014 e il successivo invio del parere motivato nel febbraio 2017. A più di tre anni dall’avvio della procedura di infrazione, tuttavia, le amministrazioni pubbliche italiane necessitano ancora in media di 100 giorni per saldare le loro fatture, con picchi che possono essere nettamente superiori. La Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE.