Ddl lavoro autonomo, l’allarme di Confprofessioni

Vertice a Roma tra il presidente Gaetano Stella e il presidente della Commissione lavoro della Camera sul Jobs act degli autonomi. Preoccupa l’incertezza del quadro politico ed è corsa contro il tempo per approvare in tempi rapidi il provvedimento «Siamo profondamente preoccupati e amareggiati per la sorte del disegno di legge sul lavoro autonomo, un
Vertice a Roma tra il presidente Gaetano Stella e il presidente della Commissione lavoro della Camera sul Jobs act degli autonomi. Preoccupa l’incertezza del quadro politico ed è corsa contro il tempo per approvare in tempi rapidi il provvedimento

«Siamo profondamente preoccupati e amareggiati per la sorte del disegno di legge sul lavoro autonomo, un provvedimento di assoluto rilievo nato per garantire tutele ai soggetti più deboli e rilanciare il settore libero professionale, ma che allo stato attuale è ostaggio dei veti incrociati di Palazzo, in un contesto politico di assoluta precarietà e incertezza». Duro il commento del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al termine dell’incontro di questa mattina con il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, per analizzare i nodi che frenano l’iter del Jobs act degli autonomi.

 

«È passato più di un anno dalla presentazione del provvedimento al Senato e alla luce delle incertezze che incombono sull’attuale legislatura, siamo seriamente preoccupati sui tempi di approvazione del provvedimento» ha affermato Stella, sottolineando che attualmente sono circa 300 gli emendamenti presentati in Commissione Lavoro di Montecitorio, cui si aggiungeranno a breve anche quelli del Governo.

 

«Siamo perfettamente consapevoli che la strada è molto stretta e che non è stato ancora raggiunto un accordo politico. Il presidente Damiano ha riferito che farà il possibile per portare avanti un testo che tenga conto delle istanze del mondo professionale ordinistico e di quello associativo», ha concluso Stella. «Per questo chiediamo alle forze politiche di trovare la giusta mediazione e approvare il provvedimento prima di chiamare i cittadini alle urne. Viceversa, verranno mortificate le aspettative di milioni di lavoratori autonomi e liberi professionisti, che intravedono la possibilità di operare ad armi pari su un mercato sempre più competitivo».