Covid-19 e animali: di cosa stiamo parlando?

Dalla newsletter ANMVI Cosa sappiamo oggi di COVID-19 e animali domestici? Le autorità sanitarie invitano i proprietari a non allarmarsi. Nemmeno dopo una nuova positività ad Hong Kong, stavolta in un gatto: “tutti i casi isolati senza risvolti zoonosici”. Ogni notizia “virale” va sempre confrontata con le fonti ufficiali. Ecco un mini-kit di approfondimenti anti-allarmismo.
Dalla newsletter ANMVI

Cosa sappiamo oggi di COVID-19 e animali domestici? Le autorità sanitarie invitano i proprietari a non allarmarsi. Nemmeno dopo una nuova positività ad Hong Kong, stavolta in un gatto: “tutti i casi isolati senza risvolti zoonosici”. Ogni notizia “virale” va sempre confrontata con le fonti ufficiali. Ecco un mini-kit di approfondimenti anti-allarmismo.

 

C’è una nuova positività da SARS CoV-2, sempre ad Hong Kong ma stavolta in un gatto. La riporta l’OIE (Organizzazione Mondiale della Sanità Animale) senza modificare le proprie conclusioni generali: si tratta- dichiara l’OIE-  di “casi isolati che non danno evidenza alcuna che cani e gatti possano giocare un ruolo in questa malattia umana”.

 

Di seguito una sintesi in 10 punti sulle attuali conoscenze e valutazioni relative al tema “COVID-19 e animali”.

1. Del nuovo coronavirus SARS CoV-2 sappiamo ancora molto poco. La ricerca scientifica approda a nuove evidenze giorno per giorno. Lo scenario epidemiologico è in continua evoluzione. Le autorità sanitarie aggiornano costantemente sulle evidenze consolidate: ad esse va rapportata ogni nuova  notizia per soppesare la sua reale portata.

2. Sappiamo che il virus SARS CoV-2 si trasmette da persona a persona, che la pandemia da COVID-19 è una pandemia umana. Le misure vigenti in Italia sono tutte volte a contenere la diffusione del virus attraverso il contenimento del contagio da persona a persona.

La trasmissione non avviene via oggetti inanimati (es imballaggi di alimenti) nè superfici come il pelo dei pet, tantomeno le zampe: cani e gatti non portano in casa il virus SARS CoV-2.

3. Sappiamo che gli animali non trasmettono il virus SARS CoV-2.

4. L’OIE (Organizzazione Mondiale della Sanità Animale) ha riportato tre casi di bassa positività in 3 cani e 1 gatto, attribuiti al contatto con proprietari affetti da COVID-19 in Hong Kong: nessun animale ha sviluppato i segni clinici della malattia. Il primo dei 3 cani testati è deceduto dopo essere risultato negativo e restituito al proprietario: il suo decesso non viene correlato all’infezione da SARS CoV-2. Il cane, un Pomerania, aveva 17 anni.

5. La positività rilevata in un gatto dai laboratori veterinari dell’Università di Liegi non è stata ufficialmente notificata all’OIE. Le informazioni su questo caso sono “insufficienti”: la clinica veterinaria dell’ateneo ha potuto solo aggiungere che l’animale è stato contagiato dalla proprietaria affetta da COVID-19. Il Comitato per la salute del Belgio (qui il dossier) conclude che “il rischio di infezione nell’animale da parte umana resta debole”.

6. Il Dipartimento americano USDA ha annunciato la notifica all’OIE della positività in un esemplare di tigre ospitata in uno zoo di New York: la tigre è stata contagiata da un addetto della struttura quando era già stata chiusa al pubblico. La tigre è avviata alla guarigione, ha riferito l’USDA.

7. Sappiamo che le persone ammalate di COVID-19 possono trasmettere il virus agli animali con cui sono a stretto contatto, pur non essendo noti casi significativi di sviluppo della malattia in cani, gatti e grandi felini. ll Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino sta conducendo ricerche per avvalorare la risposta anticorpale di cani e gatti.

8. Ricercatori di un laboratorio veterinario di Harbin (Cina) hanno inoculato il virus SARS CoV-2 in cani, gatti e furetti, nell’ambito di ricerche sperimentali su vaccini e trattamenti farmacologici destinati all’uomo. Le condizioni di laboratorio non riflettono le condizioni della vita familiare di questi animali pertanto i proprietari non hanno motivi di preoccupazione: l’hanno dichiarato gli stessi ricercatori (qui lo studio).

9. E’ buona prassi precauzionale non esporre mai gli animali da compagnia allo stretto contatto con persone ammalate. Anche nel caso di persone affette da COVID-19 è buona regola evitare effusioni ravvicinate con i propri pet, alzando il livello dell’igiene, a protezione anche del cane e del gatto di casa. Gli animali vanno protetti dall’esposizione al virus SARS CoV-2 esattamente come le persone. Lo raccomanda l’Istituto Superiore di Sanità, che non dispone l’allontamento dell’animale di famiglia nemmeno in caso di positività all’interno del nucleo familiare.

10. Ai cittadini raggiunti dai dibattiti mediatici dei virologi raccomandiamo di distinguere le ipotesi scientifiche dalle evidenze note ed ufficiali, mettendo sempre le prime a confronto con quanto pubblicato sui siti di:

Ministero della Salute

Non vi alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l’infezione o possano diffonderla”.

Istituto Superiore di Sanità

“Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione”.

Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE)

“To date, there is no evidence that companion animals have spread the disease”.

Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)

“To date, there is no evidence that a dog, cat or any pet can transmit COVID-19”.

 

I proprietari di cani e gatti possono sempre rivolgersi al proprio Medico Veterinario.

Tutte le organizzazioni veterinarie nazionali, europee e mondiali sono allineate sulle medesime conclusioni e sull’importanza di un costante monitoraggio dell’evoluzione pandemica e degli sviluppi della ricerca scientifica. I Medici Veterinari stanno svolgendo attività dichiarate “essenziali” in Italia, in Europa e nel Mondo a tutela della sanità animale.