Clima, commercio e migranti, i nodi del G20

Durante il Summit di Amburgo i leader mondiali hanno preso impegni concreti su diverse questioni. In testa crescita e commercio, sviluppo sostenibile, clima ed energia, immigrazione ma anche digitalizzazione, emancipazione delle donne e occupazione “Definire un mondo interconnesso”. Questo il motto del G20 degli scorsi 7 e 8 luglio, ospitato ad Amburgo dalla Germania, che
Durante il Summit di Amburgo i leader mondiali hanno preso impegni concreti su diverse questioni. In testa crescita e commercio, sviluppo sostenibile, clima ed energia, immigrazione ma anche digitalizzazione, emancipazione delle donne e occupazione

“Definire un mondo interconnesso”. Questo il motto del G20 degli scorsi 7 e 8 luglio, ospitato ad Amburgo dalla Germania, che ne detiene l’attuale presidenza. All’evento hanno partecipato in rappresentanza dell’Ue il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker e quello del Consiglio europeo, Donald Tusk. I lavori hanno rispecchiato le priorità individuate nella lettera congiunta inviata da questi ultimi ai capi di Stato e governo dei membri UE sulle priorità del vertice: evidenziare il ruolo chiave del G20 nel rendere l’economia globale funzionante per tutti;  rafforzare un sistema  commerciale multilaterale aperto e equo basato sulle regole; dimostrare che un’azione climatica ambiziosa è positiva per la crescita economica e l’occupazione; intercettare il potenziale della rivoluzione digitale; migliorare la lotta contro elusione ed evasione fiscale; accrescere gli sforzi per lottare contro il terrorismo e il suo finanziamento; puntare a un sistema monetario e finanziario internazionale più resiliente; condividere la responsabilità nella gestione di rifugiati e migranti; collaborare con l’Africa sul tema degli investimenti, crescita e occupazione.

 Oltre a ribadire la priorità della lotta al terrorismo, i leader hanno approvato il “Piano di Amburgo”, impegnati a promuovere una maggiore inclusività, equità e uguaglianza nel perseguimento della crescita economica e dell’occupazione, condividendo i benefici della globalizzazione e rifiutando la logica del protezionismo, come indicato nell’accordo di partenariato economico UE-Giappone concluso appena il giorno prima dell’avvio del G20, ovvero il 6 luglio scorso.

A proposito delle prospettive dell’economia mondiale, il Presidente Juncker ha dichiarato che tutti i 28 Stati membri dell’Ue stanno crescendo e che dal 2013 in Unione europea sono stati creati circa 10 milioni di posti di lavoro, con un tasso di occupazione più elevato mai registrato nell’Unione europea.

Sul clima i grandi del pianeta, prendendo nota dell’irrevocabile decisione contraria degli Stati Uniti, hanno confermato la validità dell’Accordo di Parigi, ritenendo i cambiamenti climatici la “principale sfida del futuro”.

Altro tema affrontato durante il vertice è stato quello dell’immigrazione con la rinnovata promessa di un maggiore coordinamento e cooperazione tra i membri e di considerare l’importanza di un Partenariato con l’Africa, anche rafforzando il Piano di investimenti esterni già avviato dall’UE e strategico per affrontare le cause dell’emigrazione dal continente.

Le discussioni si sono estese anche allo sviluppo sostenibile, digitalizzazione, emancipazione femminile e occupazione, temi prioritari nell’agenda europea.

A margine del Summit si sono tenuti incontri bilaterali tra cui quello tra Juncker e il Presidente russo Putin e quello con il primo ministro canadese Justin Trudeau con cui il Presidente della Commissione ha concordato la data di avvio della parziale applicazione dell’Accordo economico e commerciale globale, siglato tra UE e Canada lo scorso anno (il cosiddetto CETA). A questi si sono aggiunti incontri multilaterali tra i Presidenti della Commissione e del Consiglio europei con i leader di Vietnam, Singapore, Australia e Argentina, il paese destinato a guidare il prossimo G20.