Chiarimenti urgenti per Intrastat e spesometro

Di seguito il comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Commercialisti diffuso lo scorso 6 marzo Per alcune delle misure contenute nella legge di conversione del mille proroghe, in materia di Iva si impone, con urgenza, l’opportunità di chiarimenti, così come ANC e Confimi Industria hanno ritenuto di evidenziare. Con il comunicato del 17 febbraio Agenzia Entrate, Dogane
Di seguito il comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Commercialisti diffuso lo scorso 6 marzo

Per alcune delle misure contenute nella legge di conversione del mille proroghe, in materia di Iva si impone, con urgenza, l’opportunità di chiarimenti, così come ANC e Confimi Industria hanno ritenuto di evidenziare.

Con il comunicato del 17 febbraio Agenzia Entrate, Dogane ed Istat, nelle more della conversione del mille proroghe, hanno (apprezzabilmente) precisato che “l’obbligo di trasmissione delle comunicazioni in questione permane solo a carico dei soggetti passivi Iva già tenuti alla presentazione mensile dei Modelli INTRA-2 per gli acquisti di beni” (nulla quindi per i trimestrali né, a prescindere dalla periodicità, per i servizi passivi). E’auspicabile che tale impostazione venga prontamente confermata per tutto il 2017, sebbene il testo del mille proroghe reintroduca, invece, tutto senza distinzioni.

Considerando il fatto che la norma del mille proroghe appare in contrasto con diverse disposizione nazionali e comunitarie, in vista della prossima scadenza del 25 marzo si rende necessario da parte dell’Amministrazione Finanziaria un intervento di chiarificazione. Il mille proroghe, inoltre, demanda ad un provvedimento la definizione di significative misure di semplificazione degli obblighi comunicativi. Al riguardo, per evitare ulteriori disagi ai professionisti intermediari, andrebbe scongiurata, in attesa dell’abrogazione di tale adempimento, l’ipotesi di introdurre modifiche ulteriori alla modulistica vigente.

Per quanto concerne le dichiarazioni d’intento, le novità in vigore dal 1 marzo creano pesanti disagi agli operatori (tanto esportatori abituali quanto i loro fornitori) e non appaiono di sostanziale utilità neppure per la stessa Agenzia delle entrate. Per rendere, inoltre, possibile l’utilizzo del plafond nell’estrazione dai depositi fiscali Iva, la modulistica dovrà necessariamente essere oggetto di nuova modifica, e i tempi, anche in questo caso, determinano l’urgenza dell’intervento poiché la novità entrerà in vigore dal prossimo 1 aprile. Alla luce di questa situazione, è auspicabile un opportuno ripensamento con la reintroduzione della possibilità di rilasciare le dichiarazioni d’intento con validità fino a fine anno.

Purtroppo, anche il nuovo spesometro non è immune da criticità.

Un nodo da risolvere riguarda sicuramente il caso dell’adozione del documento riepilogativo delle fatture fino a 300 euro, situazione per la quale l’Agenzia delle entrate intende conoscere il contenuto di ogni singola fattura, anche se di importo minimo. Questa richiesta dell’Amministrazione appare eccessiva se si considera che la stessa determina un pesante aggravio gestionale in capo agli operatori e che difficilmente può tradursi in un significativo risultato in termini di contrasto all’evasione.

Anche se il mille proroghe ha confermato le intese raggiunte nell’interlocuzione con MEF e Agenzia sulla scadenza semestrale, anziché trimestrale, per il 2017, tuttavia, per il nuovo spesometro l’obiettivo rimane il ritorno alla scadenza annuale, impegno assunto anche dal Governo in sede di concertazione con le Associazioni di categoria, le quali hanno espresso la necessità di ritornare, dal 2018, ad una scadenza annuale dell’adempimento.