Calenda: “Con il Ttip torniamo a guidare la globalizzazione”

Nel corso di una informativa urgente alla Camera, il ministro dello Sviluppo economico ha riferito sulle trattative, che potrebbero sfumare, tra Unione europea e Stati Uniti “Il TTIP ha innanzitutto l’obiettivo di riportare il timone della globalizzazione nelle nostre mani”. Lo ha dichiarato oggi il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, svolgendo nell’Aula della Camera
Nel corso di una informativa urgente alla Camera, il ministro dello Sviluppo economico ha riferito sulle trattative, che potrebbero sfumare, tra Unione europea e Stati Uniti

“Il TTIP ha innanzitutto l’obiettivo di riportare il timone della globalizzazione nelle nostre mani”. Lo ha dichiarato oggi il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, svolgendo nell’Aula della Camera una informativa urgente del Governo relativa al negoziato tra l’Unione europea e gli Stati Uniti sull’accordo di partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, noto come Ttip.

“L’Europa – ha detto il ministro – è l’area commerciale più aperta del mondo. Aprire, attraverso gli accordi commerciali, alle nostre imprese nuovi mercati è fondamentale per sanare uno squilibrio insostenibile. Questo è particolarmente vero per l’Italia che vive di export. Siamo un Paese dove l’anno scorso più di 200 mila imprese hanno esportato beni per 414 miliardi di euro, con un saldo commerciale record di 45 miliardi. In futuro sempre di più la nostra crescita verrà dalle esportazioni e USA e Canada sono per noi mercati fondamentali”.

“In nessun caso – ha però aggiunto – il Trattato potrà portare a un abbassamento degli standard. Su questo punto entrambi i negoziatori sono stati molto chiari: se convergenza ci sarà, sarà verso l’alto, altrimenti ognuno terrà i suoi standard”. Sostenere che il TTIP è importante, “non vuol dire affatto essere pronti a chiuderlo a ogni costo. Il rischio che un equilibrio negoziale non sia raggiunto è più che concreto”- ha detto Calenda.

 

“Per quanto riguarda la trasparenza, per la prima volta nella storia dei trattati commerciali il mandato negoziale è stato reso pubblico, peraltro su iniziativa italiana. Per la prima volta – e questi sono dati oggettivi – nella storia dei trattati commerciali i documenti del negoziato nel corso della negoziazione sono stati messi a disposizione per la consultazione da parte dei parlamentari, seppure con un divieto di divulgazione, peraltro ampiamente superato dai continui leaks“- ha osservato Calenda.

Secondo quanto riferito dal ministro in Aula “non saranno oggetto di negoziazione le norme precauzionali stabilite dal REACH per quanto riguarda la sicurezza del settore chimico. Come si evince dal mandato desecretato durante la Presidenza italiana del Consiglio commercio non fanno parte del negoziato il principio di precauzione, che ci differenzia dagli USA e sulla base del quale, tra l’altro, sono oggi tenuti fuori dal mercato UE molti OGM e altri prodotti alimentari ritenuti dalle autorità europee non completamente sicuri, i servizi pubblici, la cultura, i diritti e i servizi audiovisivi. Da questo punto di vista è importante non confondere le posizioni americane oggetto di alcuni leaks recenti con i contenuti di un accordo che la Commissione è vincolata a negoziare sulla base di quanto previsto dal mandato. Riteniamo il mandato sicuro, chiaro e valido; in questo senso ci esprimeremo qualora la Commissione, come preannunciato dal Presidente Juncker, ne richiedesse la conferma nell’ambito del prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno”. 

“La UE vuole una protezione per circa 200 denominazioni di indicazioni geografiche alimentari, quelle cioè commercialmente più interessanti. Il 95 per cento di questi nomi non sono controversi negli Stati Uniti e non sono in conflitto con marchi esistenti negli USA. Su una ristretta lista, da 5 a 10, c’è un problema, perché negli Stati Uniti sono considerati nomi comuni generici, cioè impossibili da proteggere, ma in questo caso riteniamo che debba essere introdotto un divieto di evocazione che contrasti l’italian sounding. Occorre impedire l’uso di simboli come il tricolore e altri segni grafici, ma anche diciture in italiano o forme colorate con tinte comunemente accostate al nostro Paese. Questo schema di accordo ricalca quello fondamentale raggiunto con il Canada sulle indicazioni geografiche. I negoziatori USA e UE auspicano che si arrivi al momento della decisione politica, l’end game, entro fine anno”.

Riguardo al settore lattiero caseario, per il quale la UE e l’Italia hanno interessi «offensivi», la reazione USA è stata, per ora, accomodante, con la possibilità di darvi piena liberalizzazione. Esistono, poi, altri numerosi comparti che beneficerebbero dell’accordo, soprattutto in tema di convergenza degli standard: dal settore automobilistico e dei motoveicoli al farmaceutico. In particolare, per i medicinali generici e biosimilari, si va verso l’armonizzazione delle linee guida europee con quelle americane e con l’accettazione negli USA dei test clinici fatti in Europa.

“Per quanto riguarda la trasparenza, per la prima volta nella storia dei trattati commerciali il mandato negoziale è stato reso pubblico, peraltro su iniziativa italiana. Per la prima volta – e questi sono dati oggettivi – nella storia dei trattati commerciali i documenti del negoziato nel corso della negoziazione sono stati messi a disposizione per la consultazione da parte dei parlamentari, seppure con un divieto di divulgazione, peraltro ampiamente superato dai continui leaks“- ha osservato Calenda.