Bando MISE ed equo compenso

La dignità del lavoro non è rispettata Ci risiamo! Ancora volta lo Stato decide di ignorare il rispetto del principio dell’equo compenso, al cui riconoscimento normativo si è giunti dopo anni di battaglie da parte del comparto delle professioni.   Dopo il tentativo nei mesi scorsi della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario di avvalersi
La dignità del lavoro non è rispettata

Ci risiamo! Ancora volta lo Stato decide di ignorare il rispetto del principio dell’equo compenso, al cui riconoscimento normativo si è giunti dopo anni di battaglie da parte del comparto delle professioni.

 

Dopo il tentativo nei mesi scorsi della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario di avvalersi di collaborazioni esterne a costo zero, questa volta è il Ministero dello Sviluppo Economico che ha deciso di ricorrere al lavoro e alle competenze dei professionisti senza prevederne la remunerazione.

 

Con il bando del 28 settembre scorso, infatti, il Mise ha pensato bene di selezionare i 21 componenti del Gruppo di esperti di alto livello per l’elaborazione di un Libro Bianco sul ruolo della comunicazione nei processi di trasformazione digitale, che dovranno naturalmente essere in possesso di comprovata esperienza e professionalità, stabilendo che a loro “non spetta alcun compenso, indennità di carica, corresponsione di gettoni di presenza”.  

 

Non è certamente in questo modo che si rispetta la dignità del lavoro e dei lavoratori e non è pensabile che un’Amministrazione dello Stato agisca contravvenendo ad un principio che il legislatore ha sancito e il cui rispetto non può venire meno.

 

L’equo compenso non può essere messo in discussione, è una legge dello Stato ed è proprio  lo Stato che per primo ha il dovere di assicurare ai professionisti, della cui opera si avvalgono  le Amministrazioni Pubbliche, un riconoscimento economico adeguato.

 

È opportuno che il Mise corregga il tiro e che il bando venga modificato stabilendo una remunerazione per i 21 componenti che saranno selezionati, solo così il rispetto del principio dell’equo compenso potrà essere salvaguardato.