ANF: solidarietà agli avvocati che si sono astenuti dalle udienze

Pansini: «L’avvocatura si opponga a semplificazioni mediatiche del processo e si faccia promotrice di un’iniziativa pubblica sulla giurisdizione». Di seguito riportiamo il comunicato stampa dell’Associazione nazionale Forense Il segretario generale dell’Associazione nazionale Forense, Luigi Pansini, esprime solidarietà a tutti i colleghi avvocati che hanno optato per l’astensione dalle udienze. «Vogliamo esprimere la nostra solidarietà – commenta
Pansini: «L’avvocatura si opponga a semplificazioni mediatiche del processo e si faccia promotrice di un’iniziativa pubblica sulla giurisdizione». Di seguito riportiamo il comunicato stampa dell’Associazione nazionale Forense

Il segretario generale dell’Associazione nazionale Forense, Luigi Pansini, esprime solidarietà a tutti i colleghi avvocati che hanno optato per l’astensione dalle udienze. «Vogliamo esprimere la nostra solidarietà – commenta il segretario generale – ai colleghi che hanno optato per l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale negli ultimi giorni, culminati con la manifestazione di oggi, contro la riforma prevista per la prescrizione. L’avvocatura, nelle sue componenti istituzionali e associative, nel rispetto di ruoli e funzioni, deve farsi promotrice di un’iniziativa pubblica sulla giurisdizione, proposta anche all’Organismo Congressuale Forense nel corso dell’incontro odierno con le associazioni, e combattere le semplificazioni, anche di editorialisti e conduttori televisivi, dell’idea del processo civile e di quello penale».

 

«Una giurisdizione e un processo che funzionano sono essenziali per la convivenza di una società civile secondo regole democratiche perché – continua Pansini – assicurano la prevalenza del diritto e un sistema di garanzie a tutela, senza distinzioni, di ogni persona, di ogni cittadino, di ogni impresa, dell’intera società. L’amministrazione della giustizia non può essere il risultato di rappresentazioni eccessivamente semplificate, dunque non è pensabile annullare la prescrizione perché significherebbe allungare all’infinito i tempi di accertamento del processo, e tantomeno è ipotizzabile comprimere il diritto ad un processo civile equo in nome di una distorta concezione mediatica dell’efficienza». 

 

«La giurisdizione non appartiene ad una componente dell’avvocatura piuttosto che ad un’altra, a seconda che si tratti di processo civile o penale – conclude Pansini – dispiace constatare che vi possa essere chi la pensa diversamente».