PASSAPORTO SERVIZI, CONFPROFESSIONI RISPONDE ALLA CONSULTAZIONE

Ridurre gli ostacoli amministrativi e le incongruenze tra i diversi Stati membri, garantendo la qualità dei servizi offerti   Confprofessioni ha partecipato alla consultazione della Commissione europea sulla proposta di introdurre un passaporto per i servizi, contribuendo all’analisi degli ostacoli alla libera circolazione dei servizi e dando un parere sulla creazione del nuovo strumento. Nella

Ridurre gli ostacoli amministrativi e le incongruenze tra i diversi Stati membri, garantendo la qualità dei servizi offerti

 

Confprofessioni ha partecipato alla consultazione della Commissione europea sulla proposta di introdurre un passaporto per i servizi, contribuendo all’analisi degli ostacoli alla libera circolazione dei servizi e dando un parere sulla creazione del nuovo strumento.

Nella risposta alla consultazione, la Confederazione italiana libere professioni ha sottolineato l’importanza di abbattere gli ostacoli non giustificati alla libera circolazione dei servizi professionali. Infatti, l’adozione di strumenti che facilitino la mobilità e la prestazione transfrontaliera, la semplificazione delle procedure amministrative e la riduzione delle incongruenze che sussistono tra gli Stati membri, possono contribuire allo sviluppo di un settore dei servizi più competitivo a livello europeo. Tuttavia, secondo Confprofessioni, è necessario non perdere di vista la garanzia della qualità dei servizi professionali offerti e assicurarsi che una maggiore apertura alla concorrenza non si traduca in un abbassamento delle tutele verso i clienti. La creazione di un passaporto dei servizi, che faciliterebbe le pratiche amministrative, non dovrà quindi sovrapporsi alla tessera del professionista, rappresentando un canale alternativo al riconoscimento delle qualifiche personali e rischiando di abbassare le garanzie per l’utente. E’ stato inoltre sottolineato che i prestatori di servizi spesso incontrano anche ostacoli normativi, ovvero requisiti imposti da uno Stato membro che limitano la loro mobilità qualora non soddisfino tali requisiti.

In questo contesto, l’esistenza di una regolamentazione comune e condivisa a livello europeo dei requisiti normativi che garantiscono la qualità del servizio offerto, come la percentuale dell’azionariato che debba essere costituita di professionisti qualificati, agevolerebbe sicuramente la circolazione dei relativi servizi e lo stabilimento.