Piano nazionale Industria 4.0, ecco la guida

Il ministero dello Sviluppo ha pubblicato gli strumenti attuativi. A disposizione di professionisti e imprese, iperammortamento, superammortamento e agevolazioni per ricerca e start-up Lo scorso 8 febbraio, il ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato la guida agli strumenti attuativi del Piano nazionale Industria 4.0 2017-2020 per professionisti e imprese. Il Piano nazionale, che si fonda
Il ministero dello Sviluppo ha pubblicato gli strumenti attuativi. A disposizione di professionisti e imprese, iperammortamento, superammortamento e agevolazioni per ricerca e start-up

Lo scorso 8 febbraio, il ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato la guida agli strumenti attuativi del Piano nazionale Industria 4.0 2017-2020 per professionisti e imprese.

Il Piano nazionale, che si fonda su quattro direttrici strategiche (investimenti innovativi, infrastrutture abilitanti, competenze e ricerca, awareness e governance), prevede i seguenti strumenti: iperammortamento, superammortamento, agevolazioni per ricerca e start-up.

 

I professionisti potranno beneficiare dell’iperammortamento con aliquota al 250% per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi, funzionali alla trasformazione in chiave innovativa. L’attuale superammortamento con aliquota al 140% per i beni strumentali nuovi sarà prorogato e potenziato inserendo beni immateriali strumentali (software) funzionali alla trasformazione in chiave Industria 4.0.

I provvedimenti riguardano interventi iniziati nel 2017 e completati entro giugno 2018 (con consegna del bene al 30 giugno 2018, previo ordine e acconto maggiore del 20% entro il 31 dicembre 2017).

Il credito di imposta alla ricerca salirà dal 25% al 50%. Ogni azienda contribuente avrà diritto ad un credito massimo di 20 milioni di euro, mentre fino ad oggi il limite è stato 5 milioni.

I finanziamenti alle start-up saranno incentivati con detrazioni fiscali fino al 30% (oggi 19%). Ipotizzando un investimento pari a 1 milione, la detrazione sarà pari a 300mila euro a fronte dei 95mila che si possono ottenere oggi considerando l’aliquota al 19% e il limite di 500 milioni agli investimenti.