Sicilia, al via l’apprendistato per i praticanti

Siglata l’intesa tra Regione Sicilia, Confprofessioni e Università. Palma Balsamo (Confprofessioni Sicilia): «Un rimedio efficace contro la precarietà dei giovani siciliani» In Sicilia l’accesso alla libera professione passa attraverso l’apprendistato. Lo scorso 7 dicembre, a Palermo, l’Assessore dell’Istruzione e della formazione professionale della Regione Sicilia, Bruno Marziano, Confprofessioni Sicilia, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e
Siglata l’intesa tra Regione Sicilia, Confprofessioni e Università. Palma Balsamo (Confprofessioni Sicilia): «Un rimedio efficace contro la precarietà dei giovani siciliani»

In Sicilia l’accesso alla libera professione passa attraverso l’apprendistato. Lo scorso 7 dicembre, a Palermo, l’Assessore dell’Istruzione e della formazione professionale della Regione Sicilia, Bruno Marziano, Confprofessioni Sicilia, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le Università siciliane hanno sottoscritto l’accordo per la disciplina dell’apprendistato di alta formazione e ricerca per il praticantato finalizzato all’accesso alle professioni ordinistiche.

 

«L’accordo sottoscritto con la Regione Sicilia rappresenta un importante punto di partenza per avviare un dibattito serio e fuor di retorica sulla attuale condizione dei praticanti e per un tentativo concreto di porre rimedio ad una situazione di quasi unanime insoddisfazione» ha commentato, la presidente di Confprofessioni Sicilia, Palma Balsamo. «Più di una indagine ha registrato che, pur assicurando circa l’80% dei praticanti un impegno costante a tempo pieno, viene percepito un compenso economico irrisorio o addirittura nessun emolumento, neppure a titolo di rimborso spese, tanto che 2 praticanti su 3 sono costretti a ricorrere stabilmente all’aiuto della famiglia».

L’intesa prevede che potranno essere assunti con contratto di apprendistato di alta formazione i praticanti di età non superiore a 29 anni, per una durata non inferiore a sei mesi e per una durata massima determinata in rapporto al conseguimento dell’attestato di compiuta pratica. Il datore di lavoro deve coincidere con il professionista affidatario del praticante e possedere sia capacità strutturali e tecniche, che capacità formative. In particolare, deve garantire la disponibilità di un tutor, che può coincidere con lo stesso dominus, al fine di favorire l’inserimento del praticante nello studio e trasmettere le competenze necessarie allo svolgimento delle attività professionali. Per i profili formativi, da individuare nel piano formativo individuale, vi è un naturale rinvio alle prescrizioni degli ordinamenti delle singole professioni.

 

«La qualificazione del rapporto che si instaura fra professionista e giovane praticante attraverso il contratto di apprendistato, consente di garantirgli le tutele assicurative e previdenziali di cui oggi è del tutto privo, oltre che una retribuzione graduale e commisurata alla progressiva acquisizione di conoscenze e competenze», aggiunge Balsamo. «Si pensi anche ai riflessi sulla possibilità di accedere al credito o sull’ anticipazione dell’ingresso nel mercato del lavoro, attualmente tardivo  rispetto alla media europea. Inoltre, si supera la frattura fra insegnamento universitario e reali fabbisogni del sistema libero professionale, poiché  l’accordo comporta un necessario dialogo tra le università e il mondo delle professioni, che consenta una effettiva integrazione fra formazione teorica e pratica».

 

«Le associazioni delle professioni ordinistiche, che aderiscono a Confprofessioni, non rappresentano solo i professionisti già abilitati, ma anche i praticanti, da sempre oggetto della loro attenzione, nel tentativo concreto, in contraltare con gli ordini professionali, di dare risposte efficaci e durature alla richiesta di tutela sociale e di riconoscimento economico, e alle esigenze di una formazione effettiva», conclude la presidente di Confprofessioni Sicilia.