L’Europa introduce il test di proporzionalità

Obiettivo della direttiva pubblicata in GU lo scorso 9 luglio: la tutela del diritto alla libertà professionale

Al via l’obbligo per gli Stati membri di effettuare dei test di proporzionalità preventivi all’introduzione di nuove regolamentazioni delle professioni, o alla modifica di regolamentazioni esistenti. A stabilirlo è la nuova Direttiva Ue 2018/958 del Parlamento europeo e del Consiglio, datata 28 giugno 2018, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 9 luglio 2018.

Con la Direttiva vengono fissati i criteri e le regole per lo svolgimento delle valutazioni, con la finalità ultima di garantire il corretto funzionamento del mercato interno, assicurando nel contempo la trasparenza e un elevato livello di tutela dei consumatori. Regole più stringenti che impediranno che interventi legislativi statali nel campo delle professioni regolamentate si trasformino in occasioni per aggirare le norme Ue, soprattutto sul diritto di stabilimento e sulla libera prestazioni di servizi.

Rimane la competenza, in assenza di armonizzazione, e il margine di discrezionalità degli Stati membri nel decidere se e come regolamentare una professione entro i limiti dei principi di non discriminazione e proporzionalità. Tuttavia, le nuove norme devono rispondere a motivi imperativi di interesse generale (ordine pubblico, sicurezza pubblica e sanità pubblica) e non di natura meramente economica o ragioni puramente amministrative.

Sono previsti, infine, in capo agli Stati obblighi di informazione nei confronti dei cittadini, dei destinatari di servizi e delle parti interessate. Gli Stati membri dovranno inoltre incoraggiare lo scambio reciproco di informazioni, indicando alla Commissione le autorità incaricate a trasmetterle e a riceverle. Il termine per il recepimento nazionale è stato fissato al 30 luglio 2020, mentre entro il 18 gennaio 2024, e poi ogni cinque anni, la Commissione riferirà al Parlamento e al Consiglio sui risultati della nuova disciplina.